Farmacie prese d’assalto per la prenotazione mattutina dei test anti Covid, in tempo per l’accesso ai luoghi di lavoro con Green Pass dal 15 ottobre, con la tensione che sale alle stelle in settori come trasporti e logistica ad alto tasso di addetti senza Certificazione Verde (perché molti molti provengono dall’estero), per i quali infuria la polemica sulla gratuita del tamponi: per i porti il Ministero dell’Interno (vedasi la Circolare del Viminale n.0069137 dell’11 ottobre) ha suggerito anche il loro pagamento da parte dell’azienda ma il punto resta il rischio che si creino colli di bottiglia con effetto domino sui rifornimenti in tutto il Paese.
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Tamponi a rischio esaurimento
Visto il boom di richieste si rischia il tutto esaurito nelle farmacie. Almeno nella fase iniziale, infatti, potrebbe esserci un problema di disponibilità dei tamponi. Con 2,5 milioni di lavoratori non vaccinati, se tutti dovessero improvvisamente fare tamponi per andare a lavoro si ingolferebbero le farmacie. Soprattutto nella fascia oraria tra le 8 e le 9 del mattino, chiaramente per poter entrare in ufficio.
Federfarma segnala un forte incremento di prenotazioni di tamponi nelle farmacie, ma sottolinea che il settore è pronto a attrezzato per gestire questa fase. «Siamo pronti a continuare ad implementare la nostra attività», sottolinea il presidente dell’associazione, Marco Cossolo, e anche dai territori arrivano rassicurazioni in questo senso. Le farmacie sono disponibili ad allungare gli orari e riorganizzare gli spazi per far fronte ai nuovi picchi di richiesta di tamponi senza danneggiare il normale servizio.
Resta comunque una soluzione non sostenibile nel lungo periodo. Ad oggi, sono calmierati (15 euro) i prezzi dei tamponi antigenici rapidi che danno diritto al Green Pass da 48 ore. Che richiede un tampone molecolare con certificazione da 72 ore affronta una spesa più elevata (almeno 30-40 euro). Per un lavoratore che sceglie di non vaccinarsi significa una spesa minima di 45 euro a settimana.
Porti e Logistica nel caos
Ci sono poi particolari settori in cui l’allarme è più alto, a partire da quello portuale. Dopo una protesta legata al porto di Trieste (40% di addetti non vaccinati), l’autorità portuale ha stabilito che i tamponi a Trieste saranno gratis. C’è anche una circolare del Ministero dell’Interno che sottolinea come il settore sia fra i più critici (l’alto numero di lavoratori senza Green Pass potrebbe provocare gravi disagi), sollecitando i datori di lavoro a fornire i tamponi gratuitamente. Che però rimandano al mittente la proposta. In difficoltà anche il porto di Ancona. Tra Fincantieri e le ditte in appalto, i lavoratori del settore sono circa 4mila, di cui vaccinati circa 500. E nemmeno in questo caso c’è disponibilità da parte dei datori di lavoro di offrire il tampone gratis. Analogo problema a Genova, dove però alcuni terminalisti pagheranno i tamponi ai dipendenti (il 20% dei portuali genovesi non è vaccinato). In una lettera inviata al presidente del Consiglio Draghi e al Ministro delle Infrastrutture Giovannini , il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè scrive:
si rischia il caos con un’incognita enorme nei rifornimenti e sul funzionamento regolare dei trasporti e della logistica.
Tra l’altro, molti autisti sono sprovvisti di green pass perché la vaccinazione fatta all’estero non è riconosciuta o non è richiesta. Ci sono alcune ipotesi allo studio per affrontare questa fattispecie, e si spera che nei prossimi giorni venga presa una decisione in merito.
In vista ci sono infine scioperi e proteste su più fronti. Il conto alla rovescia verso il 1 5 ottobre resta dunque pieno di pesanti incognite. Solo i prossimi giorni saranno indicativi sulla reale gestibilità delle nuove regole, in primis sul fronte delle richieste di test Covid.