Dal 2023 si è fatta ancor di più in salita a strada per l’Opzione Donna, tanto che il Ministro del Lavoro ha aperto un tavolo permanente con i comitati delle parti interessate (Comitato Opzione donna social). Si tratta di una formula di pensione anticipata riservata ad alcune categorie di lavoratrici del pubblico e del privato, dipendenti o autonome, che consente di uscire dal mondo del lavoro con requisiti anagrafici agevolati (dai 58 ai 60 anni) rispetto a quelli ordinariamente previsti per la pensione di vecchiaia o anticipata.
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Limitata tuttavia alle sole caregiver familiari, alle inabili al lavoro almeno al 74% ed alle lavoratrici di aziende con tavoli di crisi aperti, questa formula di flessibilità in uscita prevede una forte penalizzazione: quella di accettare il ricalcolo dell’assegno previdenziale interamente con il sistema contributivo. Ed è proprio questo il punto sul quale le lavoratrici che prendono in considerazione l’ipotesi di scegliere l’Opzione Donna si soffermano di più: capire il reale impatto che avrà questo ricalcolo nella determinazione dell’importo dell’assegno mensile.
Vediamo quali sono i parametri da tenere in considerazione e proviamo a fare una simulazione del calcolo pensione con Opzione Donna.
Opzione Donna: come si calcola il taglio pensione
Esercitando l’Opzione Donna, le variabili da cui dipende il valore dell’assegno sono molteplici. Sul calcolo di un trattamento pensionistico incidono il montante contributivo, gli anni in cui sono stati versati i contributi, le ultime retribuzioni e l’età anagrafica:
- l’età di uscita alla quale è legato il coefficiente di trasformazione fa sì che a parità di montante contributivo accumulato e di carriera svolta, una lavoratrice che esce a 67 anni prende di pensione di più rispetto a chi esce a 58-60 anni;
- la quota di pensione che senza l’Opzione Donna cadrebbe nel sistema retributivo (la presenza di almeno 18 anni di contributi entro il 1995 dà infatti diritto a calcolare l’assegno previdenziale con il sistema misto, mantenendo il calcolo retributivo sino al 2011 mentre chi invece ha meno di 18 anni prima del 1° gennaio 1996 ha diritto al calcolo retributivo solo fino al 1995);
- la carriera lavorativa sin da subito con stipendi alti viene penalizzata dal passaggio al contributivo, però le retribuzioni più alte si percepiscono solitamente a fine carriera, rendendo l’impatto dell’Opzione più importante perché si perdendo i vantaggi della quota retributiva.
Per calcolare quanto si perde andando in pensione anticipata con Opzione Donna:
- più tardi si esercita l’Opzione e minore sarà l’impatto sulla pensione;
- maggiori sono i contributi versati antecedenti il 1996 e maggiore sarà il taglio, che può arrivare a superare il 30%;
- meno anni cadono nel calcolo retributivo e minore sarà la decurtazione dell’assegno previdenziale nel passaggio al contributivo.
Pensione Opzione Donna: calcolo contributivo e retributivo a confronto
Per capire a quanto ammonterà il taglio della pensione con l’Opzione Donna, mettiamo a confronto il calcolo retributivo della pensione con quello contributivo.
Il calcolo retributivo per le lavoratrici dipendenti del settore privato iscritti all’INPS, si basa sugli ultimi stipendi percepiti ed è suddiviso in 2 quote:
- quota A basata sugli ultimi 5 anni di stipendio rivalutati e sul numero di settimane di contribuzione accreditate al 31/12/1992;
- quota B riferita agli ultimi 10 anni di stipendio o agli anni dal 1993 alla pensione per coloro che hanno maturato meno di 15 anni di contributi al 31/12/1992, sempre rivalutati, e sul numero di settimane accreditate.
Il calcolo contributivo si basa sui contributi effettivamente versati, rivalutati e trasformati in rendita previdenziale.
Pensione Opzione Donna: esempio di perdita sull’assegno
Provando a fare un calcolo per simulare la penalizzazione sull’assegno della pensione con Opzione Donna, ipotizziamo una lavoratrice con 35 anni di contribuzione al 31/12/2022 (di cui 15 anni versati prima del 1996) con una pensione lora annua di 20mila euro calcolata nel sistema misto: se sceglie Opzione Donna prenderà circa 15mila euro l’anno, con un taglio del 25%.
Requisiti Opzione Donna 2023 requisiti e riforma pensioni 2024
Nel 2023 l’Opzione Donna è accessibile per le sole lavoratrici che al 31.12.2022 hanno raggiunto almeno 35 anni di contribuzione e 60 anni per le lavoratrici dipendenti o autonome, con uno sconto di un anno se hanno un figlio e di due anni se anni se hanno due o più figli; inoltre devono appartenere alle categorie previste dalla Legge di Bilancio: caregiver familiari, inabili, esuberi di aziende con tavoli di crisi. L’uscita effettiva dal mondo del lavoro avviene poi in base al meccanismo delle finestre mobili dopo 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome.
Nella prossima Riforma delle Pensioni si tenterà di introdurre qulche meccanismo copensatorio di queste nuove limitazioni.