Il possibile ampliamento della platea dei lavori gravosi, oltre ad essere al centro del dibattito per la proroga e del potenziamento dell’APE Sociale, avrebbe un impatto immediato su un’altra categoria di lavoratori che aspirano alla pensione anticipata pensionati, ossia i Precoci che si ritirano con la Quota 41. Al momento non ci sono novità legislative, ma ci sono i primi esiti dell’istruttoria condotta dalla Commissione tecnica incaricata di studiare la gravosità delle attuali occupazioni. Per capire in che modo questo studio impatterà sul sistema previdenziale, bisogna aspettare la riforma pensioni che il Governo sta preparando per fine anno, quando scadrà la Quota 100.
Lavori gravosi e pensioni: cosa potrebbe cambiare
L’aggiornamento della platea dei lavori gravosi riguarderebbe da vicino, oltre che coloro che si ritirano con l’APE Sociale, anche i Precoci. Si tratta dell’unica tipologia di lavoratori che al momento possono ritirarsi con la cosiddetta Quota 41, ovvero con 41 anni di contributi (indipendentemente dall’età anagrafica). La legge (articolo 199, legge 232/2016) prevede oggi una serie di requisiti, i due fondamentali sono: almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni; fare parte di una delle categorie di lavoratori con diritto all’APE Sociale, fra le quali figurano anche gli addetti a mansioni gravose. In altri termini, se e quando la platea dei questi lavori sarà ufficialmente allargata, automaticamente sarà anche più ampio il numero di lavoratori con accesso alla pensione anticipata per i precoci.
Estensione lavori gravosi
La Commissione sui lavori gravosi ha elaborato i dati INPS e INAIL sulla rischiosità delle professioni, considerando una serie di parametri (fra gli altri: frequenza infortuni, gravità malattie professionali), individuando 203 mansioni gravose (oggi sono 65), riconducibili a 42 tipologie lavorative (oggi sono 15). Fra le nuove attività classificate come gravose: colf e badanti, saldatori, tassisti, falegnami, conduttori di autobus e tranvieri, benzinai, macellai, panettieri, insegnanti delle scuole elementari, commessi, cassieri, operatori sanitari qualificati, magazzinieri, portantini, forestali, verniciatori industriali.
Al momento, lo ricordiamo, i lavori gravosi che danno diritto all’APE Sociale e alla Pensione Precoci con la Quota 41 sono i seguenti:
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- conciatori di pelli e di pellicce;
- conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- conduttori di mezzi pesanti e camion;
- personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
- insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
- facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
- siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nel perimetro dei lavori usuranti;
- operai dell’agricoltura, della zootecnia e pesca;
- pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare dipendenti o soci di cooperative;
- marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e acque interne.
Le nuove categorie sopra riportate potrebbero quindi aggiungersi alle 15 che sono già riconosciute come attività gravose, un punto contenuto anche nelle richieste dei sindacati nell’ambito della riforma previdenziale.
Riforma Pensioni e Quota 41 per gravosi
Dopo il lavoro della Commissione, saranno Governo e Parlamento a prendere le decisioni, con ogni probabilità nell’ambito della riforma pensioni in preparazione. Che, come è noto, dovrà essere pronta entro la fine dell’anno, per evitare il cosiddetto scalone che si determina a legislazione invariata con la scadenza della Quota 100: senza più la possibilità di ritirarsi con 62 anni di età e 38 di contributi, ci vorrebbero dal primo gennaio 2022 cinque anni in più per andare in pensione, restando solo le opzioni ordinarie, ovvero pensione di vecchiaia e pensione anticipata.
Come è noto, sono diverse le ipotesi allo studio: Quota 41 per tutti, opzioni di calcolo contributivo, Quota 102 (per esempio con 64 anni di età e 38 di contributi) e una super APE Sociale per ritirarsi a 63 anni se in determinate categorie di lavoratori, con 30 o 36 anni di contributi (quest’ultimo è il requisito per i lavori gravosi).