In ritardo il versamento di 600mila trattamenti di Cassa Integrazione Covid con pagamento diretto INPS, con attese superiori ai 5 mesi: il collo di bottiglia è la procedura autorizzativa a tranche da parte della Ragioneria dello Stato, che a conti fatti blocca i soldi anche se sono disponibili. Applicando un criterio di valutazione, l’autorizzazione si basa sul tiraggio periodico (rapporto fra ore autorizzate e utilizzate), ossia sullo “storico” delle richieste e delle fruizioni effettive. La segnalazione è di Italia Oggi, che fornisce i dettagli sul ritardo INPS.
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In pratica, per i trattamenti di cassa integrazione pagati direttamente dall’Istituto di previdenza, la Ragioneria dello Stato non sblocca tutti i fondi previsti dalle norme di finanziamento ma prevede tranche basate sul tiraggio. Risultato: i ritardi si accumulano a discapito di migliaia di lavoratori in CIG Covid, nonostante le imprese e l’INPS facciano la propria parte nei tempi previsti.
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Il nodo è rappresentato dallo sblocco dei fondi dal parte della Ragioneria dello Stato per la cassa non anticipata dell’azienda, un problema emerso a più riprese nel corso di quest’emergenza Covid, quando paradossalmente si è posta l’esigenza di aggirare l’ostacolo rappresentato dai classici tempi di pagamento dell’INPS (ora sveltiti da nuove procedure interne e da specifiche previsioni di legge in ambito di trattamenti anti Coronavirus), tanto più che l’anticipazione diretta dell’INPS viene anche incentivata per legge, ma poi nei fatti presenta lungaggini operative.
Tutti problemi a cui potrebbe porre parziale rimedio la Riforma degli Ammortizzatori Sociali a cui il Governo sta lavorando, e che dovrebbe vedere la luce a settembre.