Aumentano i flussi contributivi e gli iscritti, i rendimenti si attestano sul 2,7% e 3,9% per fondi negoziali e fondi aperti, e sul lungo periodo (dieci anni) restano sopra quelli del TFR. Sono i principali dati del monitoraggio sui fondi pensione della Covip, la Commissione di vigilanza del settore della previdenza integrativa, aggiornati al secondo trimestre dell’anno.
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Previdenza complementare in Italia
Alla fine del primo semestre 2021, le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari sono risultate 9,480 milioni, in crescita dell’1,5% (138mila unità) rispetto alla fine del 2020.
- I fondi negoziali crescono in linea con il dato generale all’1,5% (+49mila posizioni), raggiungendo i 3,3 milioni di iscritti. Più della metà dell’incremento riguarda i fondi per i quali sono attive le adesioni contrattuali, in particolare nel fondo rivolto ai lavoratori del settore edile (circa 17mila), commercio e servizi (circa 5mila 500), pubblico impiego (circa 4mila 600).
- Per quanto riguarda le forme pensionistiche di mercato, si registrano 50mila posizioni in più nei fondi aperti (+3,1%) e 41mila posizioni nei nuovi PIP (+1,2%); alla fine di giugno, il totale delle posizioni in tali forme è risultato pari, rispettivamente, a 1,678 milioni e 3,551 milioni di unità.
I flussi contributivi aumentano di circa 475 milioni di euro, pari all’8,7% in più. Rispetto al corrispondente periodo del 2020, segnato dalla diffusione dell’emergenza epidemiologica. Il deciso recupero si riscontra in tutte le forme pensionistiche, con variazioni tendenziali che vanno dal 6,5% dei fondi negoziali, al 10% dei PIP fino al 13,2% dei fondi aperti.
Rendimenti fondi pensione 2021
Infine, i rendimenti: il report Covip sottolinea che sono stati «in media positivi, soprattutto per le linee di investimento caratterizzate da una maggiore esposizione azionaria». I dati precisi: al netto di costi di gestione e fiscalità, i rendimenti si sono attestati, rispettivamente a:
- 2,7% per fondi negoziali
- 3,9% per fondi aperti,
- 6,6% nei PIP di ramo III,
- 0,7% per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti.
Nel lungo periodo, da inizio 2011 a fine giugno 2021, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 3,7% per i fondi negoziali, al 3,9% per i fondi aperti, al 3,8% per i PIP di ramo III e al 2,3% per le gestioni di ramo I. In tutti i casi, il rendimento dei fondi ha battuto il TFR, che nello stesso periodo si è rivalutato dell’1,9% annuo.