Le imprese italiane faticano a reclutare tecnici specializzati, una criticità dovuta all’elevato tasso di abbandono scolastico che caratterizza diverse zone del Paese. Secondo la CGIA di Mestre, infatti, sono 543mila i giovani che nel 2020 hanno abbandonato la scuola prematuramente, conseguendo solo la licenza media. Sono soprattutto le PMI attive al Nord a denunciare la difficoltà di reperire figure professionali con elevati livelli di specializzazione, uno scenario destinato a peggiorare ulteriormente se si considera la rivoluzione digitale già in atto che si svilupperà soprattutto nei prossimi anni.
L’abbandono scolastico, stando ai dati resi noti dalla CGIA, è otto volte superiore al numero dei “cervelli in fuga”, giovani con un titolo di studio medio-alto che decidono di trasferirsi all’estero e che solo l’anno scorso sono stati 68mila. L’Ufficio Studi, tuttavia, non associa questa problematica all’emergenza sanitaria, sottolineando come l’Italia sia tra i Paesi europei con il più alto tasso di dispersione scolastica tra i giovani. Solo Malta e Spagna, all’interno dell’Unione Europea, hanno percentuali peggiori di quelle italiane: nel 2020 l’Italia si è collocata al terzo posto tra i 19 Paesi dell’area euro per abbandono scolastico, considerando i giovani in età compresa tra 18 e 24 anni.
Analizzando i dati territoriali, i livelli più alti di dispersione scolastica caratterizzano le Regioni del Sud, con Sicilia, Campania e Calabria che presentano le percentuali più alte. Le regioni più virtuose, invece, sono Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Molise ed Emilia-Romagna.