Niente proroga del blocco ai licenziamenti dopo il 30 giugno per le imprese coperte da ammortizzatori sociali nel caso in cui chiedano nuove settimane di cassa integrazione: il Governo fa marcia indietro rispetto alla proposta portata nel Consiglio dei Ministri del 20 maggio (a margine dell’approvazione del Decreto Sostegni bis), che aveva ribaltato gli accordi con le parti sociali, in disaccordo persino con quanto prevede il primo Decreto Sostegni convertito in legge a poche ore di distanza.
Attualmente, lo stop ai licenziamenti è previsto fino al 30 giugno, mentre scade il 31 ottobre esclusivamente per le aziende che utilizzano il FIS o la cassa in deroga (CIGD). In base al nuovo orientamento ministeriale, accanto alla Cassa Covid, per chi chiede la CIGO non sarebbe dovuto il contributo addizionale (pari al 9, 12 e 15%, a seconda della durata della CIG) se ci si impegna a non licenziare. Lo slittamento era stato proposto per le imprese che utilizzano la cassa ordinaria, quindi essenzialmente Industria ed Edilizia, perché le imprese del Commercio e dei Servizi hanno già il blocco dei licenziamento fino a ottobre.
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L’annuncio era stato fatto dal Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, durante la conferenza stampa di presentazione del Decreto Imprese, Lavoro, Giovani, Salute:
una norma che abbiamo costruito in modo repentino nelle ultime ore, perché registravamo l’esigenza di adeguare questo pacchetto ad alcune dinamiche che si stanno determinando, e che prevede la possibilità di rendere più conveniente l’utilizzo della cassa, però legandola a un impegno a prorogare il vincolo sui licenziamenti. In sostanza, per chi prende la cassa Covid entro il mese di giugno, ci deve essere un impegno a una proroga al 28 agosto per il licenziamento; le aziende che utilizzano invece la cassa ordinaria non dovranno pagare le addizionali però non potranno licenziare mentre usano questa cassa “gratuita” (nel senso che su questa non si pagano le addizionali).
A seguire, si è inevitabilmente acceso un aspro dibattito, con le associazioni imprenditoriali colte alla sprovvista e contrarie alla proroga ed i sindacati comunque insoddisfatti per una mancata proroga generalizzata. Confindustria Lombardia sottolineava che una scelta del genere sarebbe pericolosa: «non fa che prolungare ulteriormente l’incertezza delle imprese in un momento in cui invece servirebbe grande chiarezza», e presenta anche criticità tecniche «perché va a toccare anche quei datori di lavoro che finora non hanno fruito della cassa integrazione ma che avrebbero necessità di farlo oggi per potersi riorganizzare per ripartire». Cgil, Cisl e Uil delle Regioni del Nord Italia mirano piuttosto ad un «rafforzamento degli ammortizzatori sociali in direzione di una copertura universale» in una fase che vede i lavoratori ancora alle prese con la crisi.
Dopo una giornata di rimbalzi e polemiche, in serata fonti di Palazzo Chigi hanno poi fatto sapere che, dopo un approfondimento tecnico della proposta Orlando, in seno al Governo è stata definita una proposta di compromesso, che permetta alle imprese di utilizzare la CIGO senza contributo addizionale fino a fine anno (anche oltre giugno) se si impegnano a non licenziare. Ma senza fissare alcune proroga ad agosto rispetto a quanto previsto per fine giugno dall’attuale normativa, se non la nuova agevolazione.
Trattandosi di una novità “minima”, è possibile che sia stata inserita nel Decreto Sostegni bis, nel pacchetto Lavoro, che secondo le varie anticipazioni contiene una serie di opzioni a disposizione delle aziende, alternative ai licenziamenti.