Nella Legge di Bilancio 2023 ha trovato posto una sorta di Quota 41 ibrida ossia la pensione anticipata a Quota 103 (62 anni di età + 41 di contributi), mentre con la prossima Riforma pensioni la misura potrebbe essere estesa a nuovi beneficiari.
Ad oggi, però, la Quota 41 vera e propria spetta soltanto ai lavoratori precoci, cioè a chi possiede almeno 12 mesi di contributi per periodi di lavoro effettivo prestato prima dei 19 anni d’età, e rientra anche in una delle categorie di soggetti ammessi alla pensione agevolata.
Considerati gli elevati costi, la Quota 41 secca per tutti a cui mira il Governo sembra di difficile attuazione già dal 2024, considerate anche le numerose anticipazioni del Governo Meloni sulla prossima riforma pensioni, per la quale al momento non sono riservati fondi dedicati. Da qui la potenziale archiviazione della misura e la riproposizione della Quota 41 ibrida, ossia la Quota 103.
Per i precoci, tuttavia, lo strumento per la pensione anticipata agevolata resterà attivo. Vediamo chi vi accede e con quali scadenze deve fare domanda.
Chi sono i beneficiari di Quota 41?
Il prepensionamento agevolato per i lavoratori precoci è stato introdotto dalla Legge Bilancio 2017 e permette di accedere alla Quota 41 chi, contemporaneamente al 12 mesi di versamenti entro i 19 anni di età, rientri in una delle categorie analoghe a quelle che danno accesso anche all’APe Sociale, ossia:
- dipendenti in stato di disoccupazione, a causa di un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della NASPI o altra indennità spettante;
- caregiver, ovvero lavoratori dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 194;
- dipendenti ed autonomi con riduzione della capacità lavorativa pari ad una percentuale di invalidità civile superiore o uguale al 74%;
- lavoratori che svolgono attività usuranti o particolarmente gravose (elencate qui). Le mansioni faticose che permettono questo specifico pre-pensionamento devono essere state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa e sono specificate dalla legge 67/2011. Ad esse si aggiungono ulteriori professioni indicate nella Legge di Bilancio 2017.
Ci sono penalizzazioni per la pensione Quota 41?
Non ci sono penalizzazioni sull’assegno pensionistico per la Quota 41 dei precoci, ma per l’accesso alla pensione vera e propria si applica una finestra mobile di tre mesi. Inoltre, ci sono differenze in termini di decorrenza del trattamento per chi raggiunge la Quota 41 utilizzando il cumulo dei periodi assicurativi ai sensi della legge 24 dicembre 2012, n. 228:
- i lavoratori che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio, conseguono la decorrenza pensione dopo tre mesi dalla maturazione;
- i lavoratori che maturano i requisiti dal 1° gennaio cumulando i periodi assicurativi, conseguono la pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra.
Quali i requisiti 2023 per la Quota 41 Precoci?
I lavoratori precoci che rientrano in una delle quattro categorie di soggetti potenzialmente ammessi alla pensione agevolata, nel 2023 possono andare i pensione con 41 anni di contributi, senza incremento legato alle speranze di vita, che resta bloccato fino al 31 dicembre 2026.
Pensione Quota 41: quando fare domanda?
Per accedere alla pensione dei lavoratori precoci, è necessario prima ottenere il riconoscimento del diritto, con richiesta da presentarsi all’INPS ogni anno entro il 1° marzo. Le domande presentate entro il 30 novembre sono considerate solo in caso di risorse finanziarie residue.
In caso di riconoscimento del diritto, si potrà inoltrare domanda di pensione anticipata secondo le procedure standard, dal sito INPS, tramite Contact Center o rivolgendosi ai Patronati.