Gli stipendi in Italia hanno subito in modo sensibile le conseguenze della pandemia Covid, che ha generato perdite retributive a causa dalle ore perse e del calo dell’occupazione. Secondo il JP Salary Outlook 2021, l’analisi del mercato italiano resa nota dall’Osservatorio JobPricing, i salari in Italia si collocano al nono posto nella classifica europea, dopo Francia e Germania che tuttavia vantano compensi netti più alti. È proprio nel 2020 che le retribuzioni annue lorde si sono fermate, basti pensare che la cifra media lorda è stata pari a 29.222 euro e nel 2019 era 29.235 euro.
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L’Italia, inoltre, si caratterizza per una distribuzione salariale molto squilibrata, tanto che un dirigente e un CEO guadagnano rispettivamente 4 volte e 9,7 volte un operaio. Dal punto di vista regionale, i lavoratori del Nord Italia percepiscono salari superiori in tutte le qualifiche contrattuali, sebbene i trend siano favorevoli per il Sud e le Isole. In cima alla classifica delle regioni con gli stipendi al top compare Lombardia (31.392 €) seguita dal Trentino Alto-Adige e dal Lazio.
Analizzando i settori, a vantare le retribuzioni maggiori è il comparto banking e i servizi finanziari, mentre all’ultimo posto in classifica si trova l’agricoltura. Il trend 2015-2020, tuttavia, ha visto crescere Horeca (+9,8%) e banche e servizi finanziari (7,3%), mentre sono in calo farmaceutica e biotecnologie (-3,8%) e settore navale (-4.7%).
Se nelle grandi imprese si guadagna in media il 41,5% in più rispetto alle microimprese, ad aumentare è anche i Gender Pay Gap rispetto al 2019: in base ai dati Eurostat, infatti, l’Italia si posiziona al 17 posto su 24 stati in Europa. L’indagine, infine, mette in evidenza come la laurea garantisca un vantaggio competitivo notevole in termini di carriera e stipendio.