NASpI 2021 senza riduzione progressiva del 3% al mese dopo il quattro mese di fruizione: è una delle misure inserite nel pacchetto lavoro e ammortizzatori sociali del Decreto Sostegni bis (Decreto Imprese, Lavoro, Giovani) approvato dal Governo il 20 maggio. Pertanto, i disoccupati che stanno prendendo l’assicurazione nazionale per l’impiego, non avranno quest’anno il progressivo taglio dell’assegno, anche s tratta più che altro di un differimento, nel senso che dal primo gennaio 2022 alle prestazioni ancora in corso si applicherà la riduzione corrispondente ai mesi di sospensione trascorsi.
=> NASpI con platea estesa, REm al posto della proroga
La regola prevista dal Dl Sostegni bis è la seguente:
- dall’entrata in vigore del decreto legge (atteso in Gazzetta Ufficiale) fino al 31 dicembre 2021, non ci applicano riduzioni mensili sulla NASpI dopo il quarto mese;
- dal 1° gennaio 2022 l’importo della prestazione è calcolato applicando le riduzioni corrispondenti ai mesi di sospensione trascorsi.
Questo beneficio si aggiunge a quello previsto per i percettori di NASpI nel primo decreto Sostegni (articolo 16 del dl 41/2021), che ha semplificato il requisito di accesso, sempre limitatamente al 2021, eliminando per quest’anno le trenta giornate di lavoro effettivo svolte nei dodici mesi che hanno preceduto la cessazione del rapporto di lavoro. In base alle cifre fornite dall’INPS, in questo modo si ammette una platea di potenziali ulteriori beneficiari pari a circa 130mila soggetti, rimasti finora a causa del requisito ordinario delle 30 giornate, di cui all’art. 3 del decreto legislativo 22/2015, comma 1 lettera c).
Ricordiamo infine che la NASpI è regolamentata dal dlgs 22/2015, spetta a chi perde involontariamente il lavoro e ha almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti (normalmente si applica anche il requisito dei 30 giorni lavorativi nell’ultimo anno, che invece nel 2021 è stato eliminato). E’ rapportata alla retribuzione imponibile degli ultimi quattro anni, e non può superare i 1.335 euro al mese. Normalmente, viene decurtata di un 3% a partire dal quarto mese di percezione, riduzione ora bloccata per tutto il 2021, poi recuperata dal gennaio del 2022.