Nei giorni scorsi le Acli hanno incontrato e presentato al Ministro per la Famiglia e le Pari Opportunità, Elena Bonetti, alcune proposte in materia di Assegno Unico Universale per Figli, con ipotesi migliorative della norma a parità di copertura finanziaria, in vista dell’entrata in vigore della misura tra luglio 2021 e gennaio 2022, nell’ambito di attuazione del Family Act. Sullo sfondo, l’annunciata abolizione delle detrazioni per figli a carico e la rimodulazione dei parametri di accesso agli aiuti alle famiglie.
AUUF: evitare penalizzazioni
Il problema di fondo è che, se da un lato il punto forza del nuovo strumento è senza dubbio la sua universalità a prescindere dal reddito e dalla categoria di lavoratori in cui si rientra, il rovescio della medaglia è che i fondi insufficienti comportano una penalizzazione per un milione e 350mila famiglie tra gli attuali beneficiari, che vedranno diminuire la quota di aiuti (tra bonus, ANF e detrazioni fiscali). Soprattutto quelle con reddito medio-basso e figli piccoli.
La prima proposta è quella di mantenere le detrazioni fiscali, almeno finché non sarà completata la Riforma IRPEF: diversamente si perderebbe la progressività oggi garantita in larga misura. Un punto particolarmente debole è, in questo ambito, il legame troppo stretto con le addizionali regionali, che rischiano di annullare i benefici degli aiuti a causa dell’eccessivo onere, creando anche una discriminazione fra nuclei familiari. Nel momento in cui le attuali detrazioni saranno abolite, tale imposizione rimarrà e prevarrò sui vantaggi dell’AUFF (Assegno Unico Universale per i Figli).
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La seconda proposta è quella di mantenere l’ISEE come parametro d’elezione nell’erogazione del nuovo AUUF (sempre salvando anche le detrazioni), così da dare un peso di maggior rilevanza anche al patrimonio oltre che al reddito. Il documento presentato al Ministro è ricco di esempi e simulazioni su questo specifico punto, a riprova del ruolo strategico che gioca il conto in banca o il possesso di beni nel fotografare la situazione economica di un nucleo familiare con figli a carico, magari a parità di reddito da lavoro.
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Assegno Unico in 3 step
In generale, dunque, per evitare eccessive penalizzazioni (riducendole ad una platea più esigua ed identificata con famiglie economicamente più solide) si propone di procedere per gradi, componendo l’Assegno Unico Familiare in tre parti, e sempre nel rispetto del plafond di risorse da 20 miliardi già stanziato per la misura:
- mantenere le detrazioni per i figli a carico fino all’entrata in vigore di una riforma dell’IRPEF, prevedendo anche un aumento del limite di reddito dei figli per essere considerati a carico, portandolo a 4.200 euro anche per i figli di età superiore ai 24 anni (costo: 7,8 miliardi di euro);
- prevedere un importo variabile in base all’ISEE tenendo conto del patrimonio ma con una franchigia a tutela dei piccoli risparmi), così da limitare le penalizzazioni alle famiglie più abbienti (costo: 12 miliardi);
- estendere l’Assegno Unico in via universale e indipendente da tutti i fattori economici soltanto in una fase finale (costo aggiuntivo: 200 milioni).
Qui il position paper integrale.