La Riforma Pensioni si fa attendere, nonostante i sindacati richiedano una convocazione dal Ministro Orlando entro maggio per riprendere la trattativa. Da qui a luglio ci sono infatti questioni ritenute più urgenti dal Governo, a partire dalla riforma degli ammortizzatori sociali, che riscriverà diverse regole per la cassa integrazione e la NASpI. Detto questo, però, a poco più di sei mesi dalla scadenza della Quota 100 e dell’APE Sociale, la riforma resta un’incognita sia per quanto riguarda le tempistiche (probabilmente bisognerà attendere la Legge di Bilancio 2022) sia per quanto concerne le misure previste: al momento si auspica una misura alternativa a Quota 100 (che potrebbe essere Quota 102) e si rispolverano proposte come la Quota 41 per tutti, ma più concretamente si richiede l’estensione di un anno per l’Opzione Donna (che al momento permette di accedere alla pensione con 58/59 anni di età e 35 di contributi, maturati al 31 dicembre 2020) e per l’APE Sociale che tutela soggetti svantaggiati e dunque ben si presta al momento di crisi che vive il Paese.
APe Social strutturale o prorogata
Molti dubbi sono dunque legati al destino dell’APe Sociale, prorogata dall’ultima Manovra ma solo per un anno, così come l’Opzione Donna. Senza riforma, dal 1° gennaio 2022 non sarà più possibile lasciare il mondo del lavoro accedendo all’APE e per l’Opzione Donna si rimarrà fermi all’attuale requisito. APE e Opzione Donna sembrano tuttavia due misure sulle quali il Governo potrebbe puntare per la prossima Riforma Pensioni insieme a un rafforzamento dei contratti d’espansione. Entrambe le formule, addirittura, con la riforma potrebbero diventare strutturali.
Anche in assenza di una riforma di ampio respiro, però, ci sono buone speranze che l’APe Social venga quanto meno prorogata per il 2022. Questo perché tutela categorie svantaggiate quali disoccupati, caregiver, invalidi e lavoratori gravosi, consentendo loro di andare in pensione con alcuni anni di anticipo a patto di essere in possesso dei seguenti requisiti:
- almeno 63 anni di età;
- almeno 30 anni di contributi per disoccupati, invalidi e caregiver, 36 anni per addetti a mansioni gravose.
Al momento la finestra per la domanda si è chiusa a marzo. Chi maturava i requisiti in corso d’anno ha dovuto presentare la richiesta di certificazione del diritto entro quella data. Salvo nuova proroga annuale, non ci sono altre opportunità. Diverso è il caso dell’Opzione Donna, per la quale il diritto si cristallizza e la domanda può essere presentata in qualsiasi momento, anche nel 2022 o successivamente.
Nei mesi scorsi, ai tempi del precedente Governo, si era ipotizzato non solo una riconferma dell’APE Sociale per il 2022 ma anche una sua estensione, per ammettervi anche lavoratori fragili rispetto al rischi Covid e disoccupati senza hanno diritto alla NASpI. Non appena riprenderanno i tavoli con il Ministro Orlando i sindacati potranno verificare la disponibilità a riprendere queste ipotesi. Non resta che attendere aggiornamenti lato Ministero, mentre sullo sfondo continua il pressing dei sindacati per non arrivare sotto data senza un piano A e neppure un piano B per tamponare la perdita a dicembre di strumenti per la flessibilità in uscita, mai come di questi tempi strategici.