Riparte il tavolo sulla riforma pensioni, il Governo ha espresso disponibilità in questo senso e i sindacati chiedono tempi veloci, possibilmente maggio, presentando la loro proposta con un evento online a cui hanno partecipato i tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. “Cambiare le pensioni adesso” è lo slogan scelto, che sostanzialmente esprime la richiesta principale: riforma entro fine anno. In tempo per un superamento non traumatico della Quota 100 grazie all’introduzione di nuove misure di flessibilità in uscita.
«Pensare che dopo la fine di Quota 100 sia possibile ritornare, senza colpo ferire, al modello Fornero con un salto anagrafico che per molti sarebbe di 5 anni (da 62 anni ai 67 anni della pensione di vecchiaia) significa non essere sintonizzati sulla realtà del Paese e sulla vita reale delle persone», sintetizza il segretario della Cisl Luigi Sbarra.
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Il contesto è noto: la Quota 100, che consente di ritirarsi a 62 anni di età con 38 anni di contributi, termina il 31 dicembre 2021, dal 2022 tornano quindi le precedenti regole, che prevedono la pensione di vecchiaia a 67 anni e quella anticipata con 42 anni e dieci mesi di contributi (41 anni e dieci mesi per le donne). E’ il cosiddetto scalone, che allontana di cinque anni la possibilità di andare in pensione.
I due punti fondamentali della proposta dei sindacati per il superamento della Quota 100 con una nuova alternativa di uscita anticipata da inserire nella Riforma Pensioni 2022 o per lo meno da rendere operativa per il prossimo gennaio sono uscita flessibile in stile Quota 102 ma ancor meglio in continuità con la Quota 100 (pensione a 62 anni) e pensione anticipata per tutti con 41 anni di contributi (Quota 41). Bisogna poi pensare alle pensioni dei giovani, all’uscita agevolata per le donne (per esempio, con un anticipo di 12 mesi per ogni figlio), ai lavori usuranti e gravosi, al rilancio della previdenza complementare (pensione integrativa in senso ampio).
In ogni caso, il punto è fare presto, ovvero di riaprire il tavolo sulla riforma delle pensioni prima dell’estate, in modo da non rischiare di arrivare a fine anno con la necessità di pensare a proroghe tampone delle misure attualmente previste, senza riuscire a mettere invece a punto una riforma complessiva del sistema previdenziale. Il Ministro Orlando nelle scorse settimane aveva posposto tale priorità ma è anche vero che il tema delle uscite anticipate ben si integra con un più generale processo di rinnovamento della forza lavoro, nel pubblico e nel privato, in linea con alcuni temi del PNRR da un lato e ben integrabili con la riforma degli ammortizzatori sociali in via di approvazione dall’altro, nel quale ambito potrebbero trovare posto strumenti (anche da rendere strutturali) per il prepensionamento di particolari soggetti o in particolari soggetti, sfruttando staffetta generazionale e incentivi all’esodo.