La disparità retributiva tra i due sessi deve essere calcolata tenendo conto di una variabile specifica: la dimensione aziendale. Se il gap medio è ancora molto evidente, la forbice si riduce prendendo in considerazione solo le piccole imprese.
Secondo quanto rivelato dalla presidente di CNA Impresa Donna, Maria Fermanelli, attraverso i dati del Centro Studi la parità di stipendio tra uomini e donne è quasi realtà proprio nelle aziende di piccole dimensioni.
L’ISTAT nel suo Report sulla struttura delle retribuzioni in Italia, diffuso oggi, rileva che il differenziale medio nazionale è del 6,2%. Ma la forbice è molto ampia e va dal 2% del comparto pubblico al 17,7% del settore privato. Elementi questi ultimi che, come spesso succede nel nostro Paese, non tengono conto però della enorme diversità tra imprese in funzione della dimensione.
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Stando al report del Centro Studi, infatti, nelle micro-imprese fino a nove dipendenti il divario retributivo è dell’1,6%, inferiore a quello relativo al comparto pubblico. La percentuale sale fino al 5,6% nelle imprese fino a 49 dipendenti e raggiunge il 12,7% nelle aziende fino a 249 addetti e da 250 in poi (18,5%).
Una testimonianza ulteriore di quanto sia importante l’aspetto relazionale nelle piccole imprese, nelle quali – conclude la presidente di CNA Impresa Donna – è possibile tenere conto dell’effettivo valore delle singole persone, senza lasciarsi influenzare da ogni tipo di pregiudizio.