Reddito di Cittadinanza al restyling: il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in audizione in Commissione Bilancio e Politiche Europee del Senato sul Recovery Plan, ha annunciato un adeguamento dell’attuale meccanismo in quale al quale viene erogato il sussidio economico ai disoccupati a basso reddito, includendoli al contempo in un percorso di collocamento sul mercato del lavoro. Una revisione che da un lato mira ad abbracciare una più ampia platea di beneficiari (accresciuta dall’emergenza sanitaria ed economica) includendo soggetti oggi non tutelati, dall’altro ha lo scopo di correggere le criticità attuali (“elementi che hanno creato distorsioni“) favorendo maggiormente la ricerca attiva di occupazione, “oltre a combattere chi non ha titolo per riceverlo”.
I primi interventi in questo senso sono già previsti nell’imminente Decreto Sostegni, che prevede un rifinanziamento della misura (con circa un miliardo di nuove risorse) ed anche un meccanismo di flessibilità per consentire di sospendere temporaneamente la prestazione in caso di nuovo impiego a termine (il sussidio riprenderebbe in automatico a fine contratto).
Anticipazioni in questo senso le ha fornite in particolare il vice ministro all’Economia, Laura Castelli:
Il decreto potrebbe contenere una norma a cui sta lavorando il ministero del Lavoro che permetterebbe ai percettori del Reddito di lavorare temporaneamente, sospendendo il beneficio del Reddito di cittadinanza, senza subire la perdita o la riduzione dell’assegno. In tali casi l’assegno riprenderà a decorrere, in modo automatico, al termine dell’attività lavorativa.
Per meglio definire il perimetro d’azione della Riforma del Reddito di Cittadinanza, è stato istituito anche un’apposito comitato scientifico, presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno e composto da: Nunzia De Capite (Caritas), Daniele Checchi (INPS) la professoressa ordinaria dell’università Sapienza di Roma, Paola Bozzao e Maurizio Franzini (Università Sapienza di Roma), Cristiano Gori (Università di Trento), Angelo Marano (Ministero del Lavoro), assieme a rappresentanti ANPAL e INAPP.
Tra le ipotesi di riforma RdC c’è ad esempio l’abolizione del requisito dei 10 anni in Italia per gli immigrati (basterebbe il permesso di soggiorno di lungo periodo) e l’introduzione di nuovi parametri per non penalizzare le famiglie con più figli. Per quanto concerne gli aspetti occupazionali, invece, l’obiettivo è rendere la misura meno assistenziale e più formativa, incentivando in pratica la riqualificazione e la ricerca attiva di lavoro. In questo senso, anche una restrizione sul rinnovo dopo 18 mesi per chi è idoneo al lavoro o un incentivo per chi trova impiego durante la fruizione del sussidio.
In parallelo, il Governo riproporrà anche il Reddito di Emergenza, sempre nel Decreto Sostegni. In base a quanto anticipato dal Ministro, questo avverrà mediante:
l’innalzamento della soglia massima dell’ammontare del beneficio per coloro che vivono in affitto e la garanzia dell’accesso al beneficio anche ai disoccupati che hanno terminato, tra il 1° luglio 2020 e il 28 febbraio 2021, la NASpI o la Dis-Coll e non godono di altri strumenti.