Congedo parentale Covid, anche per autonomi

di Anna Fabi

Pubblicato 5 Marzo 2021
Aggiornato 15 Marzo 2021 14:50

Nel decreto Sostegno un congedo parentale Covid in alternativa allo smart working, bonus baby sitter per Partite IVA e autonomi in gestione separata.

Al momento ci sono solo due certezze: la prima è che il decreto Sostegno (atteso in CdM la prossima settimana) conterrà nuovi congedi parentali Covid per i genitori di studenti che restano a casa per le nuove chiusure delle scuole, oltre che per eventuali misure di quarantena; la seconda è che resta la possibilità, per i genitori di studenti fino a 16 anni in DAD (didattica a distanza), di avere lo smart working di diritto nei casi in cui questa modalità è compatibile con la tipologie di lavoro.

Stiamo lavorando perché il congedo valga per tutti i giorni in cui una scuola ricorrerà alla didattica a distanza

Così la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, che a anticipato alla stampa un pacchetto rafforzato di misure a sostegno delle famiglie, con aiuti per “tutte le famiglie che dovranno supportare i figli per la didattica a distanza”.

Per conoscere i dettagli dei nuovi congedi parentali (ad esempio, per sapere se potranno essere chiesti anche dai genitori in smart working), e se saranno nuovamente introdotti anche i bonus baby sitter, bisogna attendere il testo del decreto. Che potrebbe prevedere i nuovi congedi parentali non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per autonomi e Partite IVA. Per questi ultimi è allo studio una qualche formula analoga a quella dei congedi retribuiti, almeno da quanto si evince dalle anticipazioni di Bonetti:

una misura doverosa è il sostegno economico che andrà ai genitori che hanno una partita IVA o comunque un’attività autonoma.

Le tempistiche sono state a più riprese indicate da esponenti del Governo. Il Dl Sostegni dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri, e quindi essere approvato fra l’8 e il 12 marzo.  Nel frattempo, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente alla Ministra Elena Bonetti, e al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sia per discutere dei provvedimenti urgenti in materia di congedo parentale in considerazione delle nuove chiusure delle scuole, sia per norme di più ampio respiro in materia.

E veniamo alle misure in preparazione. La ministra delle Autonomie, Mariastella Gelmini, ha dichiarato – presentando il DPCM con le nuove norme Covid in vigore da sabato 6 marzo fino al 6 aprile – che, in considerazione delle nuove chiusure delle scuole (nelle zone rosse e in quelle ad alto rischio contagio) nel Decreto Sostegno ci saranno i nuovi congedi parentali. E qui finiscono le certezze.

Fra le ipotesi di lavoro, in base a quanto dichiarato nei giorni scorsi dalla ministra Bonetti, l’estensione dei congedi parentali anche a Partite IVA e lavoratori autonomi. E la retroattività, che consentirebbe di utilizzare questi congedi (che sono retribuiti al 50%), anche per periodi precedenti al decreto (in sostanza, per tutto il 2021). Si ipotizza anche, per i lavoratori autonomi, di consentire l’utilizzo del congedo parentale come credito d’imposta.

La regola di fondo sarà, con ogni probabilità, analoga a quella prevista nel 2020 per i congedi Covid: un massimo di 30 giorni retribuiti al 50% (quindi, più dei congedi ordinari che sono pagati al 30%), utilizzabili alternativamente dai due genitori (ma non nello stesso giorno), anche in maniera frazionata (quindi, anche congedo a ore). Il congedo parentale coprirà tutti i casi in cui il figlio è a casa da scuola: per sospensione dell’attività didattica in presenza (come avviene nelle zone rosse, o per decisione delle Regioni in quelle in cui il rischio contagio supera determinati parametri) con relativa DAD o per provvedimenti di quarantena.

Fra i punti da chiarire, la possibilità di utilizzare i congedi parentali Covid anche da parte dei genitori in smart working (da alcuni provvedimenti dello scorso anno questo era consentito, da altri no), l’età massima dei figli (14 o 16 anni) e l’opzione alternativa tra congedi e bonus baby sitter. Quest’ultimo strumento era stato previsto lo scorso anno, fino a 600 euro, alzati a 1200 euro per gli operatori della Sanità.