Ha destato una certa perplessità nel mondo delle imprese il recente parere espresso dal Garante per la protezione dei dati personali in merito alla gestione dei vaccini anti Covid nei contesti lavorativi. Una perplessità di cui si è fatta portavoce Confapi e sintetizzata in una lettera inviata ai ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, del Lavoro, Andrea Orlando e della Salute, Roberto Speranza. Il punto è il seguente:
Le aziende devono poter sapere chi si vaccina e chi no. La posizione del Garante della Privacy rischia di rivelarsi controproducente.
La legge non consente infatti ai datori di lavoro di acquisire i nominativi dei lavoratori che su sono vaccinati in azienda, neppure con il loro esplicito consenso, né per il tramite del tramite il medico competente. Tuttavia, visto il contesto, non si tratterebbe del venir meno di un diritto di riservatezza ma di poter garantire sicurezza per tutti nei luoghi di lavoro, consolidando al contempo la necessaria continuità di business così strategica in una fase di ripartenza economica.
Tra l’altro, siamo nel pieno di una campagna vaccinale, aggiunge Confapi, “dal cui successo derivano le maggiori possibilità di far ripartire con il piede giusto il nostro Paese e con esso le nostre organizzazioni produttive”. Già a dicembre la Confederazione delle Piccole e Medie Industrie private aveva proposto di impegnare le aziende nella vaccinazione dei lavoratori, operando in collaborazione con gli stessi medici del lavoro: una proposta avanzata formalmente al Governo in una lettera all’Esecutivo Conte bis, al Commissario Arcuri e ai Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Una proposta ben accolta anche da altre organizzazioni datoriali, prima fra tutte Confindustria.
La confederazione è dunque particolarmente sensibile a questo tema, ulteriormente riportato nei giorni scorsi al Presidente de Consiglio, Mario Draghi, nel corso delle audizioni con le parti sociali e i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali a margine della formazione del nuovo Esecutivo.
Alla luce del recente parere del Garante Privacy, dunque, Confapi ha ribadito nuovamente la propria posizione, concludendo la lettera al nuovo Governo con un appello:
Confapi chiede che ci sia un tempestivo intervento chiarificatore sulla materia, che supporti le aziende in un momento complicato e allo stesso tempo decisivo, e che tenga conto della necessità di coniugare salute ed economia”.
Confapi e le altre parti sociali hanno già mostrato ai tempi del primo lockdown un profondo senso di responsabilità firmando un accordo che permetteva di riaprire le attività produttive nella massima sicurezza possibile. Ora, la Confederazione delle Piccole e Medie Industrie italiane si dichiara pronta ad aggiornare il documento, alla luce delle mutate esigenze e priorità.
Con l’alleanza salute e lavoro l’Italia può ripartire, le piccole e medie industrie private di Confapi sono pronte come sempre a fare la loro parte.