Tra le misure annunciate e ampiamente attese della Legge di Bilancio 2021 c’è la proroga dell’Opzione Donna, che consente anche alle lavoratrici dipendenti nate nel 1961 e alle autonome nate nel 1962 di andare in pensione anticipata, se hanno maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020, accettando l’assegno puramente contributivo.
Grazie alla misura contenuta nella nuova manovra si potrà continuare a scegliere l’Opzione Donna per tutto il 2021. In sostanza, la proroga comporta l’accesso a questa pensione anticipata alle lavoratrici con un anno in più rispetto ai requisiti precedentemente previsti. Per il resto, lo strumento resta la stesso, compreso il meccanismo delle finestre mobili e l’adeguamento alla speranza di vita.
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Opzione Donna: di cosa si tratta
L’Opzione Donna è uno strumento di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. La norma inserita in manovra ha esteso lo scivolo per le lavoratrici di pubblico e privato che vogliano andare in pensione anticipata, a patto di accettare un assegno calcolato interamente su sistema contributivo, con ulteriori 12 mesi rispetto alla disciplina vigente.
L’applicazione del sistema contributivo si limita alle sole regole di calcolo, che implica una decurtazione sull’assegno cin media del 20-30% rispetto al sistema misto.
Opzione Donna consente oggi di ritirarsi alle lavoratrici che maturano i seguenti requisiti entro il 31 dicembre 2020: 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per dipendenti e autonome.
Rientrano nei contributi ammessi quelli a qualsiasi titolo accreditati (obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, figurativi), ma per le lavoratrici dipendenti del settore privato non concorrono i contributi accreditati per malattia e disoccupazione. Viene ammessa la possibilità ricorrere al riscatto della laurea, anche agevolato, per raggiungere la contribuzione necessaria ad accedere alla pensione con Opzione Donna. È possibile esercitare l’opzione anche successivamente al mese in cui maturano i requisiti anagrafici e contributivi.
=> Opzione Donna: calcolo contributi esclusi e ammessi
L’Opzione Donna può essere esercitata da tutte le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, ed ai fondi ad essa sostitutivi od esclusivi (dipendenti del settore privato; pubblico impiego e lavoratrici autonome) in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995. Restano escluse le iscritte alla Gestione separata. Non possono accedere all’Opzione Donna neanche le lavoratrici che abbiano perfezionato il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia o anzianità e le lavoratrici destinatarie delle disposizioni in materia di “salvaguardia” in favore degli esodati.
Il meccanismo di slittamento delle finestre mobili previsto dall’articolo 12 del Dl 78/2010, convertito con legge 122/2010, fa partire il primo rateo dell’assegno pensionistico decorsi 12 mesi (18 mesi le autonome) dopo la maturazione dei requisiti richiesti da Opzione Donna.
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Appare utile ricordare che le regole ordinarie prevedono, in alternativa:
- la pensione anticipata con almeno 41 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica;
- la pensione di vecchiaia con un’età anagrafica di 67 anni unitamente a 20 anni di contributi.