Le imprese che nel 2021 e nel 2022 assumono lavoratrici donne, incrementando il numero dei dipendenti, hanno un esonero contributivo al 100% sulla nuova assunzione fino a un tetto di 6mila euro. Si tratta di una delle misure contenute nella nuova Legge di Bilancio per favorire l’occupazione femminile, obiettivo che viene perseguito anche con altre disposizioni, come il fondo per l’impresa femminile.
Vediamo tutto.
Assunzioni agevolate
L’agevolazione contributiva sostanzialmente ripropone per il biennio 2021-2022 una misura che era stata già sperimentata con la riforma del lavoro Fornero del 2012 (articolo 4, commi 9-11 legge 92/2012). Si tratta di un esonero contributivo al 100%, fino a un tetto di 6mila euro annui, sulle assunzioni di lavoratrici di qualsiasi età purché disoccupate da almeno 24 mesi, oppure da almeno 6 mesi se residenti in zone svantaggiate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia).
E’ però necessario che comportino un incremento occupazionale in azienda. Che si calcola sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun mese e di quelli mediamente occupati nei 12 mesi precedenti. I dipendenti con contratto di lavoro a tempo parziale sono ponderati in base al rapporto tra le ore pattuite e l’orario normale di lavoro dei colleghi a tempo pieno.
L’incremento della base occupazionale va considerato al netto delle diminuzioni verificatesi in società controllate o collegate. In parole semplici, non sono agevolate assunzioni che intervengono ad esempio per sostituire lavoratori che se ne sono andati, ma solo quelle che incrementano il personale. Per l’entrata in vigore è necessaria autorizzazione della commissione UE.
Fondo imprenditoria
Un’altra misura in Legge di Bilancio 2021 che incentiva l’occupazione femminile in ottica più imprenditoriale è rappresentata dal Fondo impresa femminile, con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Il Fondo prevede il finanziamento e il supporto di iniziative imprenditoriali, azioni di promozione dei valori dell’imprenditoria tra la popolazione femminile, formazione e orientamento verso materie e professioni in cui la presenza femminile va adeguata alle indicazioni di livello comunitario e nazionale.
Più in dettaglio, gli interventi possono prevedere contributi a fondo perduto per l’avvio di impresa, finanziamenti a tasso zero o comunque agevolati, combinazioni di incentivi per l’avvio o il sostegno all’impresa, contributi a fondo perduto pari all’80% del circolante degli ultimi tre anni alle imprese costituite da almeno 36 mesi, percorsi di assistenza, investimenti nel capitale, azioni di comunicazione per la promozione del sistema imprenditoriale femminile italiano e degli interventi finanziati.
Per l’attuazione è previsto un decreto ministeriale, mentre presso il Ministero dello Sviluppo Economico è istituito il Comitato Impresa Donna che analizza le linee di indirizzo del fondo, formula pareri su norme e iniziative per l’imprenditoria femminile e contribuisce a una relazione annuale del MiSE sulla partecipazione delle donne alla vita economica e imprenditoriale del Paese.