Il lockdown della scorsa primavera ha avuto un impatto negativo soprattutto sul settore della ristorazione, sulla cultura e sullo sport, comparti che hanno vissuto la maggiore perdita di posti di lavoro. Questa situazione, inoltre, rischia di peggiorare ulteriormente a causa del Dpcm firmato il 24 ottobre.
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Secondo l’ultimo focus della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, le nuove restrizioni anti-Covid che gravano su ristoranti, bar e palestre stanno mettendo in ginocchio soprattutto i giovani lavoratori con un reddito già basso. Il report “Le nuove restrizioni: chi rischia il lavoro”, infatti, il nuovo decreto che impone l’interruzione anticipata alle 18 delle attività ristorative e la sospensione di cinema, teatri, concerti, rischia di condurre nei prossimi mesi alla ulteriore riduzione dell’occupazione nei settori della cultura, della ristorazione e dello sport, comparti che alla fine del 2019 contavano complessivamente 1 mln 430 mila occupati.
Il 41,3% degli occupati nei tre settori ha meno di 35 anni e, se si esclude lo sport, dove predomina l’occupazione maschile, ben il 49,4% dei lavoratori nella ristorazione è costituito da donne. Dal punto di vista territoriale, invece, la maggiore concentrazione di occupazione nella ristorazione si riscontra nel Sud Italia (28,4%).
Ancora una volta – sottolinea Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – la mannaia è caduta su una popolazione già di per sé a rischio, come i giovani, che soprattutto se autonomi sono in quella fase della vita in cui stanno ‘costruendo’ il proprio futuro professionale. E non si tratta di un problema contingente: il vero rischio è che le chiusure determinino disoccupazione strutturale che vada ad aggiungersi a quella già esistente prima del diffondersi della pandemia.