La prossima settimana si entra nel merito della Riforma Pensioni: nel frattempo, mercoledì 14 ottobre è in agenda un incontro nell’ambito del tavolo Governo sindacati che affronterà il nodo degli interventi strutturali da attuare entro il 2022. Nel frattempo, arrivano anticipazioni da parte dello stesso Governo, che sta pensando a una legge delega, ha spiegato la sottosegretaria al Welfare, Francesca Puglisi, nel corso di un’interrogazione in commissione Lavoro alla Camera.
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Il tavolo negoziale fra l’esecutivo e le parti sociali è ripreso in settembre, e procede su due binari: il primo, relativo agli interventi da inserire subito nella prossima manovra 2021. Il secondo, invece, riguarda appunto la riforma, che come è noto va messa a punto entro il 2022 per evitare il famoso “scalone” determinato dalla fine della sperimentazione quota 100. L’appuntamento del prossimo 14 ottobre riguarda, appunto, l riforma vera e propria.
I punti fermi sono i seguenti: la riforma pensioni non sarà inserita nella legge di Stabilità 2021. L’indicazione è contenuta nella nota di aggiornamento del DEF, il documento di economia e finanza, che elenca le riforme previste in manovra citare, appunto la nuova legge sulle pensioni. E lo stesso Governo ha formato due distinti tavoli con le parti sociali, uno per affrontare le norme da inserire nella prossima manovra (che saranno poche, e serviranno a rendere coerente il sistema fino alla riforma), e uno per impostare invece la riforma vera e propria.
E qui interviene il secondo elemento, ovvero l’intenzione del governo di predisporre una legge delega, che in realtà è solo un’ipotesi, ma di fonte governativa (come detto, ne ha parlato la sottosegretaria al Welfare), e presentata in un contesto istituzionale (un question time alla Camera). La legge delega, come è noto, va approvata dal Parlamento, e delega poi il governo a predisporre le norme precise.
Per quanto riguarda infine l’andamento del negoziato, c’è stato un primo round a settembre sugli interventi da inserire nella prossima manovra: proroga APE Sociale e Opzione Donna.
Non verrà toccata la quota 100, che quindi arriverà a naturale scadenza, il 31 dicembre 2021. Qui dovrà inserirsi la nuova riforma, prevedendo nuove forme di flessibilità in uscita che evitino lo scalone, per cui si passerebbe dal 2022 ad aver bisogno di cinque anni di più per andare in pensione. Molto in sintesi, la quota 100 consente il ritiro anticipato con 62 anni di età (in presenza di 38 anni di contributi), mentre l’età pensionabile ordinaria è di 67 anni. Con la fine della sperimentazione, quindi, si tornerebbe ai 67 anni (o alla pensione anticipata con 42 anni e tre mesi di contributi).
Allo studio diverse nuove ipotesi di flessibilità in uscita, che mantengano una continuità con la quota 100, probabilmente introducendo paletti più rigidi (si parla di una decurtazione dell’assegno per gli anni di anticipo, o di qualche anno in più di età o di contributi per raggiungere il requisito, o ancora di una modulazione dell’età pensionabile diversa a seconda delle professioni).