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Pensioni: APe Social causa Covid e Opzione Donna al 2021

di Anna Fabi

17 Settembre 2020 12:41

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Proroga Opzione Donna e APe Social ed estensioni Covid, precoci e gravosi, rivalutazioni, incenti i esodo, part-time: pensioni in Legge di Bilancio 2021.

Incontro positivo: sugli interventi per le pensioni da inserire nella prossima legge di Bilancio, Governo e Sindacati sembrano registrare una sostanziale convergenza su tutti i punti fondamentali: proroga APe Social e Opzione Donna, potenziamento di strumenti di gestione delle crisi aziendali come i contratti di espansione, da estendere anche alle imprese più piccole in ottica di emergenza Coronavirus, spinta alla previdenza complementare.

Il vertice del 16 settembre tra Ministero, Cgil, Cisl e Uil non ha affrontato, invece, il nodo riforma pensioni, negoziato che richiederà tempi più lunghi. Anche in considerazione del fatto che, in questo caso, la timeline per i provvedimenti non è la Manovra Economica 2021 ma il 2022, quando terminerà la sperimentazione di Quota 100 e si dovranno introdurre nuove forma di flessibilità in uscita.

All’incontro si è dunque parlato degli interventi da inserire nella prossima Manovra, per garantire continuità con le attuali norme in attesa della riforma delle pensioni vera e propria, anche per far fronte alle nuove criticità emerse con l’emergenza Coronavirus.

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Opzione Donna e APe Social Covid

«Sono emerse alcune prime importanti disponibilità del Governo a cui ora occorre dare concretezza», dichiara il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, secondo il quale la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, si è impegnata a inserire in Manovra le proroghe di APe Sociale e Opzione Donna.

In particolare, si pensa di allargare la platea dell’APe Sociale a lavoratori che ora sono esclusi, come i disoccupati che non hanno diritto alla NASpI. E anche a lavoratori fragili rispetto al rischio Covid.

Altre misure

Sul tavolo anche «un intervento per rafforzare la norma sui lavoratori precoci e la risoluzione dell’importante problema della copertura previdenziale dei part-time verticali, che sono soprattutto donne e giovani, e dei lavoratori esattoriali». Su questo fronte, il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, è più preciso: «c’è l’impegno a equiparare il part-time verticale a quello orizzontale per l’accesso alla pensione».

Per la gestione delle crisi aziendali, si parla di meccanismi di staffetta generazionale e a correttivi al contratto di espansione.

La Uil sottolinea di aver proposto che «il 2021 diventi l’anno del rilancio delle adesioni alla previdenza complementare, attraverso una campagna istituzionale di informazione e un semestre di silenzio assenso».

In vista, la formazione di due Commissioni, una sui lavori gravosi e una sulla separazione tra assistenza e previdenza.

«Consideriamo queste disponibilità come un punto di partenza – conclude Ghiselli – abbiamo sottolineato la necessità di avere su ogni argomento risposte più precise, e abbiamo posto altri temi per noi fondamentali in questa fase, come l’estensione delle mansioni considerate gravose, la modifica dell’isopensione (incentivo all’esodo, ndr) per renderla accessibile ai lavoratori di tutte le imprese, e la rivalutazione del reddito dei pensionati». Anche Proietti ritiene che «sull’insieme di questi temi sia necessario procedere ad approfondimenti per definire nel dettaglio i provvedimenti da proporre».