Riforma Lavoro: Piano Catalfo in quattro punti

di Anna Fabi

Pubblicato 8 Settembre 2020
Aggiornato 11 Gennaio 2021 09:19

Formazione per nuove competenze, riforma ammortizzatori, incentivi assunzione giovani e donne, rinnovo contratti: il piano Catalfo per il Lavoro.

Competenze innovative, riforma ammortizzatori sociali, incentivi occupazione giovani e donne, flessibilità nei contratti: sono i quattro pilastri intorno ai quali si sviluppa il piano che il ministero del Lavoro, Nunzia Catalfo, sta preparando fra le parti sociali nell’ambito del Recovery Plan che il Governo italiano presenterà alla commissione UE a metà ottobre, e che utilizzerà le risorse messe a disposizione per il rilancio dopo la pandemia Coronavirus.

Sullo sfondo, la riforma fiscale con nuovi tagli al costo del lavoro sull’onda di quelli scattati a luglio e previsti dalla manovra 2020.

La strategia che sta dietro a tutti gli interventi viene così riassunta dal ministro:

investendo nel capitale umano e nell’innovazione, l’Italia può diventare protagonista del cambiamento.

1. Competenze post- Covid

Se il rilancio dell’economia parte dal lavoro, per far ripartire il mercato le parole d’ordine sono formazione e nuove competenze. Ci sono già risorse nel decreto Rilancio, potenziato poi dal decreto agosto (in tutto, 730 milioni di euro fra il 2020 e il 2021), da utilizzare per prevedere percorsi formativi che aiutino le imprese a preparare i lavoratori alla transizione post crisi,anche sfruttando una rimodulazione dell’orario di lavoro così da destinarne una parte a specifici corsi di aggiornamento.

Un punto di partenza verso un “Piano nazionale per le nuove competenze” allo studio del Ministero, portato avanti insieme ai Ministeri di Istruzione, Università e Innovazione, che aiuti le imprese a riconvertire la forza lavoro e i lavoratori che perdono il posto ad acquisire nuove skill nei settori del futuro, come il green o il digitale.

2. Riforma ammortizzatori sociali

In vista, anche una riforma degli ammortizzatori sociali, basata su due direttrici di fondo: politiche attive, con l’obiettivo di favorire la permanenza nel mercato del lavoro o la riqualificazione professionale; semplificazione degli strumenti attualmente esistenti, che ad esempio differenzi gli ammortizzatori che vengono concessi alle aziende che hanno prospettive e quelli invece che vengono riconosciuti alle imprese che stanno chiudendo».

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C’è l’obiettivo non solo di semplificare ma anche, par di capire, di ampliare la platea degli aventi diritto agli ammortizzatori sociali, andando nell’ottica dell’universalismo, spiega la ministra, anche sull’onda dell’esperienza di questi mesi che ha mostrato come «tante aziende e tanti lavoratori» fossero fuori dagli strumenti di cassa integrazione, «tanto che abbiamo dovuto finanziarli».

3. Incentivi occupazione

Poi, altri due capitoli di riforma sono destinati all’occupazione di giovani e donne. Per quanto riguarda i giovani, le priorità individuate dal ministro sono: facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro migliorando la connessione fra percorsi formativi e mercato stesso, prevedere sgravi contributivi per le assunzioni con contratti stabili o di apprendistato. Per le donne, sottolinea Catalfo, «è necessaria un’azione di sistema che da un lato favorisca le assunzioni e dall’altro abbatta le barriere che impediscono di conciliare vita professionale e impegni familiari, favorendo così la permanenza al lavoro e contrastando il gender pay gap».

4. Rinnovo contratti

Sullo sfondo, c’è in parallelo un’altra partita che si sta giocando, quella dei contratti scaduti, che riguarda le parti sociali e non il Governo. Sindacati e Industria si sono incontrati il 7 settembre per discutere dei rinnovi e, dopo mesi di botta e risposta anche molto critici, hanno trovato una base di ripartenza nel Patto per la Fabbrica siglato nel 2018.

Anche in questo ambito, l’Esecutivo è impegnato nella ricerca di soluzioni, ad esempio con la detassazione dei rinnovi, per stimolare la ripresa dei salari.