Lo smart working resta in modalità semplificata fino al 15 ottobre, ovvero per tutta la durata dello stato d’emergenza Coronavirus, ma dal primo giorno di scuola (il 14 settembre) finisce l’agevolazione per i genitori di figli fino a 14 anni, che non avranno più il diritto a chiedere di lavorare da casa: sono le novità sullo smart working inserite nel Decreto Agosto, approvato dal Governo.
In pratica, questo strumento resta privilegiato in tutti i luoghi di lavoro per contrastare il contagio Covid 19 ma la palla passa ai datori di datori di lavoro.
Si tratta delle disposizioni contenute nel protocollo condiviso fra Governo, imprese e sindacati del 24 aprile scorso e via via aggiornato, in base al quale le imprese possono utilizzare lo smart working per tutte le attività che possono essere svolte presso il domicilio o a distanza. Anzi, per tutta la durata dello stato d’emergenza devono privilegiarlo rispetto alla riapertura del reparto aziendale in tutti i casi in cui le mansioni lavorative lo consentono.
Sono queste le direttive che restano in vigore anche dopo il Decreto Agosto. Non ci sono quindi norme stringenti che lo impongano alle imprese ma restano le agevolazioni in termini di procedure. La principale differenza rispetto a quanto succede ordinariamente, è che per tutta l’emergenza lo smart working si può utilizzare senza accordo sindacale.
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Genitori lavoratori
Attenzione invece alla nuova regola per i genitori: la riapertura delle scuole fa venir meno il diritto allo smart working, che per questa categoria di lavoratori era stringente. L’azienda, infatti, finché le lezioni sono sospese non può rifiutare lo smart working al dipendente con figli sotto i 14 anni (in base all’articolo 90 del dl 34/2020).
Il Decreto Agosto stabilisce che con il riavvio delle attività scolastiche questo meccanismo decada. In pratica, resta la possibilità di lavorare in smart working con le modalità semplificate (anche senza dell’accordo individuale), ma non c’è più il diritto a ottenerlo.
Vale la pena ricordare che lo smart working è stato e continua ad essere uno degli strumenti fondamentali utilizzati nel mondo del lavoro per contrastare il Covid 19.
Secondo i dati dei Consulenti del Lavoro, al momento riguarda il 5,2% dei lavoratori contro un percentuale poco superiore all’1% pre-lockdown. Nei mesi di chiusura totale, la percentuale era salita sopra l’8%. In ogni caso, segnala il report «Tempo di bilanci per lo smart working. Tra rischio retrocessioni e potenzialità inespresse», fra pubblico e privato il mercato potenziale è il seguente: i lavoratori occupabili in modalità agile sarebbero 3,8 milioni (pari al 21,1% del totale). Cosa fanno? Impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali (1,2 mln di lavoratori), tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive (515 mila), gestionali e commerciali (399 mila).