Dal 4 maggio tutte le attività industriali possono ripartire: tessile, mobile, abbigliamento, metallurgia, automotive. Stesso discorso per l’edilizia, non più solo opere di ingegneria civile (che erano già consentite), ma anche tutti gli altri lavori di costruzione. Le limitazioni che restano per l’emergenza Coronavirus riguardano fondamentalmente il commercio al dettaglio, la ristorazione, la cultura (musei, biblioteche), le lotterie, lo sport.
Per l’industria produttiva è dunque fine del lockdown e inizio fase 2 di “convivenza con il virus”, che impone regole stringenti sul fronte della sicurezza, codificate nell’ambito di specifici protocolli d’intesa fra Governo e parti sociali.
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Aperture e codici Ateco
Dunque, riparte tutto il Made in Italy (moda, tessile, mobile, calzature), l’alimentare, la metallurgia, la chimica, i macchinari, l’energia, il trasporto marittimo e aereo, l’intera edilizia. Questo, solo per fare alcuni esempi. Ecco, nel dettaglio, tutti i codici Ateco delle nuove attività che riaprono:
Attività | Codice Ateco |
Servizi di supporto all’estrazione | 09 |
Industria del tabacco | 12 |
Industrie tessili | 13 |
Confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia |
14 |
Fabbricazione di articoli in pelle e simili | 15 |
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche | 22 |
Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi |
23 |
Metallurgia | 24 |
Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) |
25 |
Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi |
26 |
Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche ampliato |
27 |
Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca |
28 |
Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi |
29 |
Fabbricazione di altri mezzi di trasporto |
30 |
Fabbricazione di mobili | 31 |
Altre industrie manifatturiere | 32 |
Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature |
33 |
Costruzione di edifici | 41 |
Lavori di costruzione specializzati | 43 |
Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli |
45 |
Commercio all’ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) |
46 |
Attività immobiliari | 68 |
Pubblicità e ricerche di mercato | 73 |
Attività di ricerca, selezione, fornitura di personale | 78 |
Servizi di vigilanza e investigazione | 80 |
Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto alle imprese |
82 |
Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa |
95 |
Il decreto 26 aprile, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 maggio, nell’allegato 3 contiene tutti i codici Ateco delle attività produttive che dal 4 maggio possono tenere aperto, mentre negli allegati 1 e 2 ci sono le attività commerciali e i servizi alla persona. Questi elenchi comprendono tutte le attività che, dal 4 maggio, possono aprire o continuare a lavorare, nel senso che contengono anche i codici di servizi e industrie che già avevano riaperto o che non avevano mai chiuso perché considerate essenziali.
L’elenco sopra esposto, invece, riguarda solo le attività produttive o commerciali che fino al 3 maggio continuano a restare chiuse, e dal 4 possono invece ripartire.
A livello regionale
Resta il potere delle Regioni di disporre, eventualmente, misure più restrittive. «Si continuano ad applicare le misure di contenimento più restrittive adottate dalle Regioni, anche d’intesa con il ministro della Salute, relativamente a specifiche aree del territorio regionale», si legge nel Dpcm 26 aprile.
Per quanto riguarda le attività produttive, al momento non sembra che ci siano restrizioni particolari previste dai principali enti locali. Ci sono però delle ordinanze che contengono chiarimenti ad esempio sui protocolli di sicurezza o su specifiche aree del territorio.
In ogni caso, anche in considerazione del fatto che le diverse misure vengono prese soprattutto in base all’andamento del contagio, è opportuno verificare sempre sul sito della propria Regione quali sono le eventuali regole specifiche che vengono via via decise. Tutte le amministrazioni pubblicano le ordinanze sui relativi portali.
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Sempre il decreto del 26 aprile contiene in allegato tutti i nuovi protocolli Governo parti sociali per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci sono una serie di indicazioni aggiuntive rispetto a quanto previsto lo scorso 14 marzo. Resta fermo un principio fondamentale: continuano a essere previste le modalità di lavoro da remoto o di smart working in tutti i reparti e casi in cui questo è possibile.