Un provvedimento con misure di sostegno anche per i genitori alle prese con la sospensione delle attività didattiche (causa Coronavirus) è atteso per la prossima settimana.
La ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, ha proposto di rifinanziare i voucher baby sitter (misura sperimentata fino al 2018 e poi non più prorogata) e di ricorrere a nuove forme di congedo parentale così da non intaccare ferie e permessi.
Per sostenere imprese e lavoratori con una serie di misure ad hoc il Governo ha dunque deciso di stanziare 7,5 miliardi di euro, che ora richiedono un passaggio parlamentare per essere utilizzati (perché arrivano da uno scostamento di Bilancio) attraverso un nuovo decreto, a questo punto molto atteso da tutti.
Nel frattempo l’altra risposta per molte aziende pubbliche e private è lo smart working. Il problema è che ci sono tipologie di lavori e attività che consentono il lavoro a distanza e altre che richiedono la presenza sul posto di lavoro. In questo secondo caso sono necessari strumenti di legge che consentano di fronteggiare l’emergenza (ammortizzatori sociali, voucher, permessi speciali).
Nel primo caso, invece, lo smart working si dimostra spesso uno strumento adeguato, e fra l’altro c’è anche il supporto di apposite norme approvate nell’ambito dell’emergenza Coronavirus (le imprese possono adottarlo fino al 15 marzo senza bisogno dell’accordo individuale).
=> Coronavirus: cosa dice il Decreto Smart Working
Molto in sintesi: il dpcm del primo marzo (articolo 4), ha inserito la semplificazione sopra indicata sull’applicazione dello smart working nei luoghi di lavoro. La normativa di riferimento è il dlgs 81/2017: il provvedimento del Governo dei giorni scorsi stabilisce che gli obblighi informativi previsti da questo testo, fino al prossimo 15 marzo possono essere assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’INAIL.
La Pubblica Amministrazione a sua volta si è mossa in questo senso, con una circolare ministeriale che definisce gli obblighi di applicazione del lavoro agile per almeno il 10% dei dipendenti pubblici, già previsti dalla riforma della PA fino a questo momento considerata sperimentale.
E anche la Scuola, per far fronte alla sospensione dell’attività didattica, è mobilitata per implementare pratiche di formazione a distanza.
Per le tipologie di lavori che non consentono lo smart working o le imprese che non applicano il lavoro agile, sono in preparazione nuovi strumenti normativi.
Non è chiaro come sarà eventualmente modulato il voucher di cui ha parlato la ministra Bonetti. Ricordiamo che il voucher baby sitter che si è interrotto nel 2018 era un trattamento economico di 600 euro al mese spendibile per servizi di baby sitting.
Un altro strumento di cui ha parlato la ministra è rappresentato da nuove modalità di congedo parentale: non ci sono indicazioni precise, ma si può pensare che si tratti di permessi per i genitori motivati dall’emergenza coronavirus. Bisogna capire in che modo sarebbero retribuiti. La ratio sembra quella di garantire la retribuzione senza gravare sui datori di lavoro.
In questo momento, molti lavoratori stanno usando le ferie e altre tipologie di permesso. Una richiesta che arriva dal mondo delle imprese e dalle parti sociali prevede di riconoscere gli ammortizzatori sociali anche alle PMI attualmente escluse dalla cassa integrazione, in modo che il costi economici dell’emergenza ricadano sulla collettività e non su aziende o sui lavoratori.
Il ministro Gualtieri ha confermato che gli ammortizzatori sociali sono in effetti una delle misure che il Governo intende inserire nel prossimo decreto con le misure a sostegno dell’economia. Il decreto è previsto per la prossima settimana. Bisogna solo attendere il passaggio parlamentare, dopo il quale arriverà il decreto con le misure per imprese e famiglie.