Il taglio del cuneo fiscale si applica a chi ha un reddito lordo fino a 40mila euro, è proporzionale alla RAL e può arrivare fino a 1200 euro. Lo prevede la Legge di Bilancio 2021 ed il decreto correlato (che ne ha stanziato le risorse), che hanno esteso a tutti e 12 mesi dell’anno il taglio del costo del lavoro (cuneo fiscale) dipendente, applicato per la prima volta dallo scorso luglio 2020 per i redditi fino a 28mila euro.
Nello specifico, il taglio 2021 è strutturale (per sempre) fino a 28mila euro, mentre fino a 40mila si tratta di un trattamento integrativo, da valutarsi anno per anno. Al momento, infatti, è previsto fino al 31 dicembre 2021.
In generale, la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente va interamente a favore del lavoratore, che quindi avrà una busta paga più ricca.
- Dipendenti con reddito fino a 26.600 euro: il taglio dell’imposta è pari a 1.200 euro annui. Al bonus Renzi da 8o euro si aggiunge la differenza, quantificando l’aumento del netto in busta paga in circa 20 euro.
- Dipendenti con reddito da 26.600 a 28mila euro: bonus pieno di 100 euro al mese.
- Con reddito da 28mila a 35mila euro: detrazione IRPEF inversamente proporzionale a reddito, da 480 a 80 euro.
- Con reddito da 35mila a 40mila euro: detrazione massima di 80 euro fino ad azzeramento a 40mila euro.
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Formula di riduzione bonus
La regole in base alla quale si riduce il bonus in busta paga è la seguente:
- Per redditi fra 28mila e 35mila euro: 480 euro aumentati del prodotto fra 120 e l’importo corrispondente al rapporto fra 35mila, diminuito del reddito complessivo, e 7mila;
- Per redditi fra 35mila e 40mila euro: 480 euro, per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 40mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 5mila euro.
In pratica, si parte da circa 90 euro in più per i redditi tra 28mila e 31mila euro, si scende di 10 euro fino a 35mila euro, sper poi ridursi sempre più consistentemente fino a 40mila euro, quando il bonus è pari a zero.
Detrazione IRPEF automatica
Il taglio del cuneo fiscale è riconosciuto al dipendente direttamente dal sostituto di imposta, che lo applica in busta paga senza che sia necessaria una senza richiesta da parte del lavoratore. Se però si è consapevoli di non averne diritto, perché il proprio reddito complessivo è maggiore rispetto a quanto ha calcolato il datore di lavoro – che in genere si limita a conoscere il solo importo della RAL (retribuzione annua lorda) del lavoratore e su cui si basa per calcolare le ritenute e le detrazioni ogni mese – conviene darne tempestiva comunicazione alla propria azienda, per evitare che a fine anno, in dichiarazione dei redditi, venga applicato un conguaglio a debito (in pratica, tocca restituire il bonus se non se ne aveva diritto).
Calcolo del reddito a fini del bonus
Ai fini della determinazione del reddito complessivo, su cui poi si calcola il trattamento fiscale agevolato, si esclude il reddito generato dalla prima casa (unità immobiliare adibita ad abitazione principale) e dalle sue pertinenze.
Ricordiamo che la maggiore detrazione IRPEF spetta anche ai lavoratori in cassa integrazione Covid, anche nei casi in cui l’imposta lorda risulti inferiore all’importo delle detrazioni sul reddito di lavoro dipendente.