Ampiamente annunciata, è stata inserita nella legge di conversione del decreto crisi d’impresa la norma che riconosce l’indennizzo commercianti a coloro che hanno chiuso l’attività nel 2017 e 2018. Il provvedimento è stato approvato in Senato, pronto per passare alla Camera. Non è dunque ancora in vigore, ma deve essere approvato entro il 3 novembre.
Rappresenta una sorta di interpretazione autentica della misura prevista della manovra dello scorso anno, che ha reintrodotto e reso strutturale la cosiddetta pensione commercianti, lasciando però fuori coloro che avevano chiuso l’attività nel 2017 e 2018. Era stata la circolare INPS ad escludere questi soggetti dal beneficio
Fino al 2016, erano sempre state approvate proroghe che assicuravano questa forma di welfare per i commercianti, che invece era stata poi accantonata nei due anni seguenti, per poi diventare strutturale dal 2019. Con il risultato di lasciar fuori soltanto gli sfortunati che avevano cessato l’attività commerciale nelle due annualità 2017 e 2018.
Una situazione sanata con la norma appena inserita nel decreto salva imprese.
L’indennizzo commercianti viene riconosciuto a coloro che chiudono l’attività prima di aver maturato il diritto a pensione; è pari al trattamento previdenziale minimo previsto per la categoria (513 euro nel 2019) e viene versato fino a quando non si matura l’assegno previdenziale. Requisiti: 62 anni di età per gli uomini e 57 anni per le donne, iscrizione da almeno cinque anni, in qualità di titolari o coadiutori, alla gestione commercianti INPS.