Le microimprese vantano una platea di occupati che supera di 1,5milioni di unità quella delle aziende medio-grandi, generando il 29% del valore aggiunto complessivo riconducibile alle imprese e il 25% del fatturato nazionale.
Sono cifre rese note dalla CGIA di Mestre, che sottolinea come le imprese con un numero di addetti compreso tra zero e nove attive in Italia siano oltre 4,1 milioni, pari al 95% del totale.
Le microimprese, inoltre, danno lavoro a quasi 7,6 milioni di cittadini.
La CGIA fa luce anche sui settori che vedono le microimprese assolute protagoniste: in cima compare il comparto delle attività immobiliari (93,3% del totale addetti), seguito dai servizi alla persona tra cui il ramo benessere composto da da parrucchieri, barbieri, estetiste, massaggiatori, etc. (78,7%). Anche le microimprese di liberi professionisti (76%) e quelle attive nelle costruzioni (65,4%) rappresentano una buona fonte occupazionale.
A livello territoriale, inoltre, le microimprese sono più numerose al Sud rispetto al resto del Paese: in cima alla classifica regionale c’è la Calabria seguita da Molise, Sicilia e Sardegna. Fanalino di coda, invece, sono l’Emilia-Romagna, il Lazio e la Lombardia.
Come sottolinea l’Ufficio Studi della CGIA, la forte presenza delle micro-attività imprenditoriali nel Mezzogiorno è controbilanciato dalla notevole concentrazione di grandi e medie aziende al Centro Nord.