Occupazione, innovazione e crescita al centro della tre giorni milanese Festival del Lavoro (20-22 giugno): sono temi su cui «il Paese ha bisogno di riflettere» e sui quali i professionisti del settore hanno un ruolo «di accompagnamento e lettura della situazione del momento, ma anche di critica», come ha spiegato Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro.
Conferenze e workshop, momenti di formazione e laboratori per analizzare mercato e scenari futuri, sfide tecnologiche e normative, con percorsi personalizzati per professionisti, imprenditori e giovani, nell’ambito delle diverse aree tematiche: diritto, previdenza, orientamento, lavoro e territorio, politiche attive, professioni.
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Fra gli stand, gli attori del mondo del lavoro (istituzioni, fondi per la formazione professionale, centri di assistenza fiscale, fondi di previdenza). Fra gli ospiti, l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il presidente di Itinerari previdenziali Alberto Brambilla, l’amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo, l’economista Carlo Cottarelli, il Presidente di Aspen Institute Italia, Giulio Tremonti.
Fra le riflessioni sul lavoro dedicate alle PMI, Alessandro Profumo ha posto l’accento sul ruolo che le grandi aziende possono avere per accompagnare le realtà medie e piccole nel processo di crescita, anche attraverso iniziative specifiche di formazione e non solo. Fra le altre, il programma di Leonardo in collaborazione con Elite (Borsa Italiana) e Cassa Depositi e Prestiti per la formazione su «competenze finanziarie internazionalizzazione, sistemi di governance e processi decisionali».
Marina Calderone punta invece sulle tematiche relative al mercato del lavoro che deve essere «inclusivo e quindi mettendo una platea sempre più ampia di soggetti: vorremmo che non ci fosse differenza tra lavoratore subordinato e lavoro autonomo». La proposta dei consulenti del lavoro è di accompagnare il salario minimo (al centro di molti dibattiti) con l’equo compenso per i professionisti: no a «un mondo del lavoro di serie A e uno di serie B, con il salario minimo per i lavoratori subordinati e nessuna tutela per gli autonomi».
Interessanti i dati sul mercato del lavoro in Lombardia, che registrano una crescita dell’occupazione femminile (+5,9%) decisamente più sostenuta di quella maschile (+0,9%). Il trend fotografato: «la crisi ha determinato la flessione dell’occupazione femminile solo fino al 2011, ma questa è ripartita negli anni successivi a causa della necessità delle donne di entrare nel mercato del lavoro per attenuare gli effetti della diminuzione del reddito familiare, mentre l’occupazione maschile ha ripreso a crescere solo dal 2015».
Il gap di genere nel tasso di inattività continua a essere notevole (16 punti percentuali) ma si è ridotto di circa quattro punti percentuali, passando dal 39,9% del 2008 al 35,8% nel 2018 e risultando così di otto punti sotto la media nazionale (43,8%) e di oltre 22 punti percentuali a quella delle regioni del Mezzogiorno (58,4%).
Spazio al tema delle competenze, e del modo in cui le tecnologie e l’innovazione impongono cambiamenti al mondo del lavoro. Le soft skill maggiormente apprezzate sul mercato: essere persistenti, riconoscere i problemi, capacità di lavorare in gruppo, problem solving, orientamento al cliente, comunicazione, capacità innovativa.