In base all’Osservatorio INPS sul precariato, nei primi tre mesi del 2019, le assunzioni nel settore privato sono state oltre 1,6 milioni, con i contratti a tempo indeterminato in crescita rispetto allo scorso anno. Ancor di più le stabilizzazioni (+75,5%).
In questo quadro, le assunzioni agevolate (nuovi contratti o trasformazioni), sono stati circa il 20% del totale, di cui 29.000 con esonero dei versamenti (giovani under 35 – legge di stabilità 2018). L’incentivo all’occupazione giovanile ha generato il 5% delle assunzioni.
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Dunque, in apparenza un punto in meno per il precariato, che sembra compiere un leggero passo indietro. Performance peggiori le registrano infatti l’indeterminato e il contratto intermittente (ma anche l’apprendistato).
Ad una prima lettura complessiva dei dati, il saldo positivo per l’indeterminato registrato nel primo trimestre suggerirebbe una ripresa del mercato del lavoro ma c’è da dire che il lieve aumento dei contratti stabili non ha compensato il grande crollo di quelli a termine nelle sue diverse formule, stroncati dal Decreto Dignità assieme a molte opportunità di lavoro (sui numeri assoluti, il saldo è negativo).
Fanno preoccupare anche gli ulteriori dati sull’incremento della CIG (+11,8%) e cassa integrazione straordinaria (+26% di ore richieste) ed il mezzo milione di domande di disoccupazione presentate. Dunque, crescita economica ancora stentata e perdurante clima di incertezza tra le imprese.
La fotografia del lavoro occasionale restituisce poi uno scenario stabile: gli assunti con Contratto di Prestazione Occasionale (CPO), a fine marzo erano 19.000 per un importo lordo medio di 243 euro. I lavoratori retribuiti tramite Libretto Famiglia (LF) risultano alla stessa data circa 10.000 (erano 6.000 a marzo 2018), per un importo mensile lordo medio di 247 euro.
Per approfondimenti: Osservatorio precariato – Marzo 2019