Comunque la si guardi, la percentuale di percettori di reddito di cittadinanza senza obbligo di reinserimento lavorativo o sociale riguarda almeno un terzo della platea. I calcoli sono dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, che li ha presentati in audizione alla Camera sulla legge di conversione del dl 4/2019.
Sono state fatte due simulazioni utilizzando in ciascuna un parametro differente per calcolare i soggetti occupati. Nel primo, sono stati considerati occupati tutti coloro che risultano tali in base alle dichiarazioni ISEE, nel secondo il criterio è stato quello del reddito minimo ai fini fiscali (IRPEF).
Scenario su dati ISEE
In base alle stime:
- il 37% dei nuclei familiari con reddito di cittadinanza non avrà obblighi di alcun genere,
- il 37% sarà coinvolto in un progetto di inclusione,
- il 26% ha i requisiti per essere coinvolto in un percorso lavorativo
Non solo: analizzando le sole famiglie che saranno avviate ad un percorso lavorativo, soltanto un 40% di persone risultano lavoratori subito attivabili (circa 462mila individui), mentre il 46% sono persone escluse da obblighi (circa 539.000 ) e il 14% è formato da individui “non immediatamente attivabili” nel mercato del lavoro (165.000 individui).
=> Reddito di cittadinanza: guida ai requisiti
Scenario su dati IRPEF
Se utilizziamo una diversa definizione di “occupato“, riferendoci solo a chi percepisce un reddito annuo superiore a quello minimo escluso da imposizione (circa 8.000 euro per dipendenti e 4.800 euro per autonomi), la stima della distribuzione dei nuclei e degli individui tra i due percorsi cambia. In particolare: diminuirebbero i nuclei familiari senza obblighi di alcun genere (dal 37 al 29%), aumenterebbero quelli indirizzati al percorso lavorativo (dal 26 al 38%), risulterebbero meno numerosi i nuclei diretti al percorso di inclusione sociale (dal 37 al 33%). E anche all’interno dei diversi nuclei familiari, sarebbero più numerosi gli individui immediatamente attivabili e meno numerosi i soggetti esenti da qualsiasi obbligo.
Criticità
Sarebbe auspicabile, segnala l’Upb,
anche per rafforzare i meccanismi anti-elusivi, che l’esenzione dagli obblighi per effetto di occupazione fosse individuata più puntualmente nel decreto.
Ritenuti troppo deboli anche gli incentivi ala partecipazione spontanea, visto che chi rimane titolare di RdC riceve un trattamento e economico e fiscale più vantaggioso di chi lavora guadagnando stipendi medio bassi.
=> Stipendi vs Reddito di Cittadinanza: mappa italiana
Infine, dubbi sul meccanismo delle offerte di lavoro congrue: la credibilità di questo meccanismo dipenderà dall’effettiva dimensione della disoccupazione frizionale, dall’efficacia dei Centri per l’impiego nel mettere in contatto domanda e offerta di lavoro, dalla convenienza delle imprese a rivolgersi ai beneficiari del RdC per colmare le proprie vacancies.
Esenzione obbligo lavorativo
Ricordiamo che sono esclusi dagli obblighi relativi al patto per il lavoro:
- i minorenni,
- gli studenti,
- i beneficiari di pensione di cittadinanza o diretta,
- gli over 65,
- le persone con disabilità,
- componenti con carichi di cura particolari.