La pace contributiva ed il riscatto agevolato degni anni di laurea sono giunti dopo anni di dibattito sulla possibilità di consentire a universitari, lavoratori e professionisti di riscattare gratuitamente gli anni di studio per conseguire la laurea (quelli in corso) facendoli valere questi periodi a ai fini pensionistici. Agevolazioni a parte, però, l’opzione ordinaria a ancora un costo molto oneroso, previsto in origine dal decreto legislativo n.184 del 1997, e solo in alcuni casi è possibile procedere con il riscatto di laurea agevolato o con formule che prevedono l’onere minimo (circa 5mila euro ad annualità).
In vista della imminente conclusione della Quota 100 a fine 2021, e con il dibattito orientato a definire nuove formule alternative di uscita anticipata e strumenti da far confluire nella riforma pensioni 2022, sta dunque tornando in auge anche l’opzione di riscatto laurea gratis, proposta ad esempio anche dallo stesso direttore INPS per incentivare lo studio e tutelare la futura pensione dei giovani, considerando che l’università comporta un’entrata più tardiva nel mercato del lavoro.
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Riscatto della laurea gratuito
L’idea originaria era in effetti quella di dare una sorta di valore contributivo agli anni di studio (quelli impiegati ai fini del conseguimento del titolo) ma senza versamenti, a patto di rientrare in specifici requisiti. L’idea di un riscatto pieno o gratuito della laurea nasce dalla consapevolezza che il mondo del lavoro è cambiato e, oltre ad essere caratterizzato da un’estrema discontinuità delle carriere professionali, spesso mette in difficoltà anche coloro che hanno studiato anni per acquisire una titolo universitario e una professionalità. Un mondo del lavoro sul quale incombe lo spettro del precariato e della disoccupazione e in cui la pensione viene sempre più vista dai giovani come un miraggio.
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Riscatto gratuito per i meritevoli o sconto sugli anni
Una delle ipotesi che erano state avanzate negli anni scorsi volta invece a garantire il riscatto gratuito della laurea ai meritevoli (andando così ad agevolare l’accesso alla pensione in base al merito), riservandolo ai nati tra il 1980 e il 2000 che completavano il percorso di studi entro la durata prevista. Una norma che tuttavia sarebbe risultata discriminatoria per i nati prima del 1980, oltre che poco sostenibile economicamente. Per ovviare ad entrambe le problematiche, si era pensato di restringere la platea degli interessati ai nuovi immatricolati. Un’altra proposta, che riguardava nello specifico il comparto Scuola, prevedeva invece due strade percorribili:
- riscatto della laurea gratuito da includere nel calcolo dei contribuiti ai fini della pensione;
- abbuono di 4 anni ai fini del raggiungimento degli anni di contribuzione per accedere al trattamento pensionistico.
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Riscatto di laurea agevolato o gratuito
Nel 2018 era stato anche presentato un disegno di legge con tre diverse misure agevolate per il riscatto della laurea:
- nati dopo il 1980 con imponibile annuo inferiore a 15.000 euro: riscatto gratis del primo anno del corso di studi, riscatto dei successivi anni con un contributo pari a quello previsto per gli inoccupati;
- nati prima del 1980: contributo pari a quello previsto per gli inoccupati o calcolato in base al reddito attuale;
- nuovi immatricolati: versamento annuale, insieme alle tasse universitarie, di un anticipo al 50% della contribuzione stabilita per i soggetti inoccupati.
Da qui si è poi arrivati alla norma inserita nella Legge di Bilancio 2019, seguendo questa linea di pensiero – contenuta nel “decreto Quota 100” di Riforma Pensioni – secondo cui è possibile effettuare il riscatto della laurea agevolato pagando una cifra scontata (ma i periodi riscattati non contribuiscono al calcolo dell’assegno). L’opzione prevede la possibilità di effettuare l’operazione con le stesse regole (costi) di chi è ancora inoccupato.
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In pratica, si rapporta l’aliquota previdenziale al minimo imponibile previsto dalla gestione INPS artigiani e commercianti, invece che alla retribuzione degli ultimi 12 mesi (come per la normale operazione di riscatto della laurea). In pratica, si paga un onere di riscatto intorno ai 5.241 euro per ogni anno di laurea. Per il resto, valgono le stesse regole previste dalla legge sul riscatto laurea (184/1997, articolo 2), per cui non si possono ad esempio riscattare periodi durante i quali sono stati versati altri contributi previdenziali (i periodi da riscattare non devono essere coincidenti).