Un tavolo di confronto periodico fra Governo e Sindacati per discutere di lavoro, pensioni e, in generale, sull’agenda per il Paese: si è concluso con questa proposta l’incontro fra Governo e sindacati del 10 dicembre, che ha seguito di un giorno il vertice fra il vicepremier, Matteo Salvini, e le imprese. Dunque, questo dicembre, che vedrà l’approvazione della prima manovra economica targata Lega e Movimento 5 Stelle, sembra anche caratterizzato dall’intenzione di aprire una nuova stagione di dialogo con le parti sociali. A Palazzo Chigi, il premier ha incontrato sei sigle sindacali: oltre a Cgil, Cisl e Uil, presenti anche Cisal, Confasal e Ugl.
Le richieste
I sindacati confederali si sono presentati al tavolo con una piattaforma unitaria che contiene proposte su crescita, occupazione, lavoro, pensioni, Mezzogiorno, infrastrutture e investimenti, fisco, politiche sociali. La valutazione generale sulla Legge di Bilancio attualmente in discussione è relativamente positiva, perché rappresenta «una prima inversione di tendenza», ma mostra ancora «elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico che sia capace di ricomporre e rilanciare le politiche pubbliche finalizzate allo sviluppo sostenibile e al lavoro».
Per quanto riguarda il merito delle principali misure previste, come reddito di cittadinanza e quota 100, ci sono apertura ma anche elementi critici.
Nello specifico, sulle pensioni bene la quota 100, che è «una strada utile», ma non «risponde appieno alle esigenze di molti lavoratori, come ad esempio le donne, i giovani, il lavoro discontinuo, intere aree geografiche del Paese», e «non deve penalizzare i lavoratori sul calcolo né avere altri vincoli o condizioni d’accesso». Altre richieste: continuare a tutelare la platea di lavoratori con diritto all’APE sociale, proseguire sulla strada che porta alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, prorogare l‘Opzione Donna e in generale sostenere interventi a favore della tutela previdenziale delle lavoratrici, eliminare il meccanismo automatico di adeguamento alle aspettative di vita, pensione di garanzia per i giovani.
Sul reddito di cittadinanza le sigle confederali considerano che al momento non se ne conoscono le caratteristiche, sottolineano il rischio di introdurre «misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza», e insistono sulla necessità di potenziare il REI, reddito di inclusione.
Decisamente critica la posizione sulle misure fiscali, che introducono «un nuovo condono premiando gli evasori», mentre non riducono «il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte e né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione». No alla flat tax, ritenuta «sbagliata e iniqua», sì all’aumento delle detrazioni fiscali per dipendenti e pensionati, a un credito d’imposta per gli incapienti, a una ridefinizione più progressiva delle aliquote IRPEF, e una revisione organica della tassazione locale.
Infine, per quanto riguarda lavoro e imprese, si propone «una nuova politica industriale che garantisca un rafforzamento della contrattazione», avanti con il piano industria 4.0, potenziamento delle politiche attive.
Le reazioni
Al termine dell’incontro, la posizione più critica è stata espressa dalla Cgil. Il Governo, ha spiegato la segretaria generale Susanna Camusso:
ha ascoltato la nostra piattaforma, ma non abbiamo avuto risposte di merito rispetto alle nostre rivendicazioni.
Non c’è «alcun svolta nelle relazioni tra governo e sindacati. Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di convocare gli attivi unitari interregionali il 19 dicembre in tre città del Paese».
La numero uno della Cisl, Annamaria Furlan, si augura tuttavia che «possa esserci una continuità nel confronto ed una interlocuzione costante con il Governo su crescita e lavoro, infrastrutture, fisco, riforma della PA, contratti, formazione, scuola. Abbiamo bisogno di patti forti che puntino a rafforzare la crescita ed il benessere dei cittadini», e nel frattempo esprime preoccupazione per «la bassa crescita e per gli indicatori economici che dimostrano un rallentamento della ripresa della produzione industriale e dell’occupazione. Rischiamo di tornare indietro. Per noi la priorità e’ come far ripartire il trend economico».
Il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo, saluta comunque con soddisfazione l’apertura di «un tavolo permanente per attuare il dialogo sociale voluto dall’Europa», apprezzando «la discontinuità rispetto all’austerità» e chiedendo «l’adozione di provvedimenti conseguenti a quella scelta».