Il decreto Dignità è legge: le reazioni

di Anna Fabi

8 Agosto 2018 09:45

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Il decreto Dignità viene approvato senza modifiche dal Senato: critica l'opposizione, per la quale il provvedimento creerà disoccupazione e complicazioni alle imprese.

Approvato dal Senato con 155 voti favorevoli, 125 contrari e un astenuto, il decreto Dignità è legge. Il testo definitivo è lo stesso uscito dalla Camera, quindi vengono confermate modifiche come l’estensione degli incentivi alle assunzioni di under 35 fino al 2020, la più ampia applicazione dei voucher nelle attività ricettive e la fase transitoria sui contratti a termine.

Per  il vicepremier e titolare del Lavoro, Luigi Di Maio:

Finalmente i cittadini segnano un punto: dopo decine di anni è stato approvato il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby. È il primo decreto dopo tanti anni che mette al centro il cittadino, mette al centro gli imprenditori e i giovani precari. finalmente i cittadini segnano un punto.

Critiche dell’opposizione

Critica l’opposizione, per la quale il provvedimento creare complicazioni alle imprese e, per Andrea Marcucci, capogruppo del Pd:

Aumenterà la disoccupazione. Questo è il decreto della disoccupazione, e così andrebbe chiamato. La nostra visione era più complessa, e parlava di percorso formativo scuola-lavoro, incentivi agli investimenti tecnologici, agevolazioni per i contratti indeterminati. Avete messo in piedi invece un meccanismo infernale che lega le mani alle imprese e alimenterà il lavoro nero.

La senatrice del Pd, Valeria Fedeli, aggiunge:

Altro che dignità, il decreto che oggi il Senato approva è un decreto contro le lavoratrici e i lavoratori, con una serie di misure spot ad uso e consumo della comunicazione. Noi lo abbiamo chiamato ‘decreto disoccupazione’ perché, pur di contraddire in qualche modo il Jobs Act, rende più difficile per le aziende assumere, soprattutto i giovani e soprattutto nel Mezzogiorno. I posti di lavoro a tempo indeterminato non si creano ingessando i contratti, ma con incentivi e politiche del lavoro, industriali ed economiche, delle quali non c’è l’ombra. Nella scuola, poi, il decreto darà luogo ad una serie infinita di contenziosi con un danno per lo Stato di centinaia di milioni di euro. Continua la propaganda del governo. Ma di dignitoso per le lavoratrici questo decreto ha solo il titolo, inventato ad arte, cui non corrispondono contenuti.

La difesa della maggioranza

Il leghista Alberto Bagnai, controbatte:

Confindustria attacca questo decreto? Fiat, Marcegaglia, Luxottica, Honda Italia, sono tutte aziende che recentemente hanno scelto di uscire da Confindustria, che è sempre più lontana dalle piccole e medie imprese. Abbiamo migliorato una legge che per qualcuno era già perfetta, vediamo cosa dirà Confindustria dopo l’approvazione di questo decreto.

Stefano Patuanelli per il M5s, aggiunge:

Ci hanno detto che dobbiamo vergognarci di questo decreto, ma di cosa? Di aver messo le imprese che vengono a sfruttare gli aiuti sul nostro territorio e poi lasciano da soli i lavoratori? Di aver rimesso al centro i diritti dei lavoratori? Questo provvedimento non esaurisce i temi che tocca, ma aggredisce i problemi entrando in una nuova dimensione politica. Non accettiamo le lezioni di chi ha governato questo paese per 25 anni portandolo in queste condizioni.