Approvato dalla Camera – con 312 sì, 190 e un astenuto – il decreto Dignità (decreto legge n. 87/2018). Il testo del primo vero atto di legge del Governo Conte ora passa al Senato, dove il provvedimento dovrebbe arrivare entro la prossima settimana alla definitiva conversione, probabilmente senza modifiche visti i tempi strettissimi.
Alcune modifiche sono state invece introdotte nel passaggio alla Camera, si tratta in particolare dei ritocchi proposti delle opposizioni, in cambio del ritiro di molti emendamenti in modo da velocizzare la discussione in Aula.
Modifiche al decreto Dignità
Le conferme e le modifiche introdotte dal decreto Dignità riguardano:
- l’obbligo della scritta “Nuoce gravemente alla salute” per le slot machine e i Gratta & Vinci, chiesto dal Pd con un emendamento;
- l’aumento delle sanzioni dal 5 al 20% del valore del contratto in caso di violazione del divieto di pubblicità per giochi e scommesse;
- le misure anti delocalizzazioni, rafforzate: alle aziende che abbiano ricevuto aiuti di Stato e che spostino fuori dall’UE le loro attività prima del termine dei 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati, verranno applicate sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto e l’incentivo andrà restituito, con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali;
- stop al recupero dell’iperammortamento per le aziende che usano solo temporaneamente all’estero i beni acquistati con l’incentivo;
- lo sconto contributivo per le assunzioni di under 35 anni prorogato anche per lavoratori domestici. Una novità che comporterà un risparmio stimato per le famiglie fino a 500 euro l’anno. Il meccanismo però dovrà essere dettagliato con un provvedimento successivo;
- il contratto a termine, con la durata che scende da tre a due anni e il numero massimo di proroghe che passa da 5 a 4. Tornano inoltre le causali, ma dopo i primi dodici mesi di contratto. Le novità si applicheranno ai contratti in essere a partire dal 1° novembre 2018;
- lo split payment, abolito per professionisti;
- lo spesometro, con il rinvio della scadenza per l’invio dei dati del terzo trimestre a febbraio 2019;
- la revisione del redditometro;
- la scuola con l’abolizione del tetto dei 36 mesi, la proroga al 30 giugno 2019 e il concorso per i maestri senza laurea;