Il cammino parlamentare del Decreto Dignità, che inizia il 24 luglio, potrebbe prevedere la reintroduzione dei voucher lavoro. Sicuramente l’argomento è già rientrato nel dibattito politico, dopo che dell’ipotesi di ripristinare i buoni lavoro ha parlato lo stesso ministro Luigi Di Maio, presentando le linee guida del suo dicastero in Parlamento. Si tratta di un’apertura a una proposta gradita alla Lega.
L’unica cosa che chiedo alle forze di maggioranza è quella di evitare abusi in futuro.
L’intenzione dell’Esecutivo è quindi quella di limitare l’utilizzo dei voucher a determinate fattispecie di attività senza ritornare alla vecchia formula, abolita nel 2017 e sostituita da due diverse tipologie di contratto: il Libretto Famiglia (es.: per colf e badanti pagati da un datore di lavoro privato) e il contratto di prestazione occasionale PrestO (applicabile solo dalle imprese fino a cinque dipendenti).
Immediata la reazione negativa dei sindacati. La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, definisce «indecente» permettere l’uso dei voucher anche solo per alcuni settore e annuncia la mobilitazione nel caso in cui la misura venisse effettivamente prevista.
Attenzione: le parole del ministro Di Maio non fanno ipotizzare che la eventuale riforma dei voucher lavoro venga inserita nella legge di conversione del Decreto Dignità.
Tuttavia, affrontando proprio i nodi legati a lavoro stabile e lavoro precario, il provvedimento potrebbe essere lo strumento adatto per inserire questa norma.
Il dibattito si preannuncia acceso.