Con l’entrata in vigore della nuove norme in tema di privacy e l’obbligo di adeguamento al nuovo Regolamento UE (GDPR),Confartigianato stima costi aggiuntivi per le PMI per 3,1 miliardi di euro. A questo si aggiunge l’aggravio di burocrazia, che ha portato la CNA a chiedere di sospendere le sanzioni per un anno.
Una richiesta motivata anche dal fatto che, se da una parte le imprese sono indietro sull’adeguamento al GDPR, è anche vero che l’Italia è in ritardo anche sul decreto di armonizzazione con le regole interne, che dovrebbe essere emanato entro agosto.
Problemi
In totale, ammonta complessivamente a 3,1 miliardi di euro il costo sostenuto per la prima fase di adeguamento alle numerose e complesse disposizioni sulla privacy. Secondo la task force di Confartigianato, volta a monitorare e gestire l’impatto del GDPR sulle imprese:
nell’ambito di 4,2 milioni di artigiani e piccole imprese risultano a più alta esposizione il 35,4% di piccole imprese con dipendenti a cui si somma il 6,4% di piccole imprese senza dipendenti nei settori dell’ICT, Salute e Benessere mentre vi è una minore esposizione per il restante 58,2% delle piccole imprese, senza dipendenti.
Richieste
Confartigianato, nel corso dell’Audizione davanti alle Commissioni speciali riunite di Camera e Senato sullo Schema di decreto legislativo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento UE sulla protezione dei dati personali, ha avanzato le seguenti richieste:
- chiarire e coordinare gli obblighi per le imprese,
- semplificare gli adempimenti per micro e piccole imprese secondo il principio europeo “Pensare innanzitutto al piccolo”,
- sospendere per 6 mesi le pesanti sanzioni a carico degli imprenditori,
- linee guida nel percorso di adeguamento alle nuove norme.
Decreto italiano
In sintesi, si chiede che il decreto legislativo all’esame del Parlamento preveda chiaramente “strumenti e modalità semplificati per le micro e piccole imprese per non gravarle di oneri e adempimenti inutili e sproporzionati rispetto alle reali esigenze di tutela dei dati personali”.
Per lo stesso motivo la CNA ha chiesto la proroga di un anno dell’entrata in vigore delle sanzioni e che queste, assieme agli oneri amministrativi vengano resi proporzionali alla dimensione d’impresa secondo i principi dello Small Business ACT, e all’entità delle attività poste in essere dalle imprese titolari del trattamento dei dati.