In attesa della formazione del nuovo Governo, Conflavoro PMI, associazione delle piccole e medie imprese, ripropone le proprie 10 proposte per migliorare il lavoro quotidiano di imprese e lavoratori. Un Manifesto per una nuova idea di lavoro che si fonda su un’attenta analisi del mercato del lavoro il cui report completo, dopo essere stato portato a Montecitorio, sarà presentato al Governo e ai Ministeri dell’Economia e del Lavoro.
Manifesto per una nuova idea di lavoro
Un decalogo di priorità già presentato più volte dal Conflavoro PMI con l’obiettivo di contribuire a ridare a imprese e lavoratori dignità e benessere, spiega il presidente della confederazione Roberto Capobianco:
L’obiettivo di Conflavoro PMI è quello di dare regole chiare, certe, non interpretabili e non in grado di generare errori, vizi di forme e, soprattutto, vertenze. A questo si devono accompagnare una serie di altre previsioni a tutela del lavoratore e delle imprese: standard retributivi minimi per evitare le pratiche di dumping, la riduzione del cuneo fiscale e previdenziale per incentivare l’emersione del lavoro nero e aumentare l’occupazione. E, ancora, una riforma della contrattazione collettiva che valorizzi le autonomie aziendali.
Decalogo delle priorità:
- il primo dei dieci punti è quello relativo al codice del lavoro digitale chiaro, accessibile e comprensibile a tutti i cittadini, ma soprattutto con risposte alle questioni concrete che interessano i datori di lavoro e i lavoratori delle micro, piccole e medie imprese: diritti e doveri dovranno essere riassunti in un’appendice del codice;
- assolutamente prioritaria l’introduzione di standard retributivi e orari minimi per i lavoratori, nonché una rivisitazione del calcolo dei contributi minimi in base al salario minimo, dando ovviamente la facoltà di applicare un trattamento di migliore, consentendo alle imprese e ai lavoratori di avvalersi di una retribuzione flessibile;
- per rilanciare l’economia è inoltre cruciale aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, attraverso una riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sul costo del lavoro;
- nell’ottica di promuovere le imprese ed i lavoratori più competitivi si rende necessario introdurre agevolazioni fiscali e contributive per gli scatti di merito e di professionalizzazione con parametri aziendali, per coinvolgere i lavoratori, premiare la meritocrazia, incentivare la coesione tra lavoratori e azienda e motivare i lavoratori alla crescita professionale per rendere più competitiva la loro azienda;
- per migliorare la qualità del lavoro in Italia sarebbe doveroso definire un piano straordinario di investimenti in formazione professionalizzante, eliminando le politiche passive di sussidio ed i bonus occupazionali elargiti una tantum;
- il diritto del lavoro dovrebbe essere aperto alle nuove forme di collaborazione, difficilmente inquadrabili nei modelli tradizionali di lavoro subordinato e/o autonomo. Sarebbe utile facilitare la sperimentazione del lavoro autonomo mediante piattaforma digitale, tutelando questa tipologia di lavoro con forme di garanzia e protezione normativa e previdenziale compatibili con la natura dell’attività prestata e senza le rigidità caratterizzanti il lavoro dipendente tradizionalmente inteso;
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- la normativa andrebbe integrata con una nozione chiara di sindacato comparativamente più rappresentativo, che tenga conto dei principi costituzionali di libertà sindacale e autonomia collettiva. Secondo Conflavoro PMI, tale nozione dovrà rispettare il principio maggioritario e la volontà delle parti sociali di autodeterminare i perimetri del campo di applicazione contrattuale ed entro tali perimetri – che potranno essere anche territoriali e aziendali (non necessariamente nazionali) – si dovrà pesare la maggior rappresentatività;
- fondamentale istituire un’Agenzia nazionale per l’occupazione e lo sviluppo capace di analizzare i fabbisogni delle aziende, formando di conseguenza i lavoratori;
- tra le priorità viene inoltre indicata la mobilitazione di una rete di università che, su base volontaria, offra ogni anno percorsi formativi per i rappresentanti sindacali delle imprese e dei lavoratori per prepararli alla sfida lanciata dalla competitività globale;
- una riforma del sistema di contrattazione collettiva viene indicata come un’esigenza primaria per il Paese, con l’obiettivo di valorizzare l’autonomia privata a livello aziendale e individuale e di dare alle imprese la possibilità di adattarsi più agevolmente ai mutamenti continui dell’economia e del mercato. Andrebbe inoltre creato un Osservatorio sulla contrattazione aziendale, che monitori le esigenze dei territori e dei settori economici.