Prosegue l’iter per una legge regionale in Lazio in grado di tutelare i diritti dei lavoratori attivi nelle piattaforme digitali. La Regione si propone di stanziare anche le risorse per garantire tutele previdenziali, assicurative e sanitarie.
Focus della norma
- Assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali;
- contributi previdenziali;
- tutela della salute;
- formazione e percorsi di politica attiva del lavoro;
- trasparenza nell’uso dell’algoritmo che genera chiamata e gestione del lavoro;
- contrasto alle discriminazioni;
- diritto all’informazione;
- salario minimo da definire con la contrattazione collettiva.
Con questi obiettivi, la Regione raccoglie idee e suggerimenti da cittadini, sindacati, forze politiche, imprese e lavoratori della Gig Economy: prende infatti il via, il 25 maggio, una fase di consultazione telematica sul foglio dei diritti primari del lavoro digitale, per individuare strumenti e strategie da perseguire.
Anagrafe 4.0
La Regione mira anche a creare un’Anagrafe 4.0 delle imprese della Gig Economy e dei lavoratori che offrono prestazioni professionali attraverso App digitali. Il punto di vista del Presidente Nicola Zingaretti:
Sono convinto che l’Italia e il Lazio abbiano bisogno di più innovazione ma anche di più diritti. Fare innovazione infatti significa investire nella ricerca, nell’università, nel sostegno alle PMI che vogliono innovare, ma è importante che accanto a questa innovazione tecnologica ci sia una innovazione nella sfera dei diritti. Anche a questa tipologia di lavoro, che esiste e si vede anche in strada, bisogna dare una dignità e va inserita nella sfera di diritti che questo Paese nel Dopoguerra ha costruito.Non si può escludere una nuova generazione da una sfera di diritti e non si può fermare il progresso, quindi questa innovazione va accompagnata.