L’INPS adegua le procedure per l’estensione del ReI (Reddito di Inclusione) dal primo luglio: i nuovi criteri più flessibili, in base ai quali è necessario solo il requisito di reddito e non più quello familiare, si applica alle domande presentate a partire dal primo giugno.
Anche quelle presentate nel 2018 e scartate per mancanza del requisito familiare (presenza di almeno un minore, di una persona con disabilità, donna in gravidanza, disoccupazione) saranno riesaminate d’ufficio. Quindi, non si dovrà presentare una nuova domanda: l’istituto effettuerà l’operazione automaticamente.
La nuova procedura è comunicata con il Messaggio INPS dell’11 maggio, che modifica parzialmente la Circolare 57/2018, in virtù delle novità previste dalla Legge di Bilancio 2018 (comma 192 legge 205/2017), che allarga la platea degli aventi diritto al sussidio abrogando, con decorrenza 1° luglio 2018, tutti i requisiti familiari.
Di conseguenza, per accedere al ReI dal primo luglio bisognerà avere un reddito ISEE non superiore a 6mila euro, un valore ISEE (indicatore situazione reddituale) fino a 3mila euro, patrimonio immobiliare fino a 20mila euro (esclusa la casa di abitazione), e un patrimonio mobiliare non superiore a 6mila euro per un single, a cui si aggiungono 2mila euro per ogni componente del nucleo familiare fino a un massimo di 10mila euro.
Siccome il Reddito di Inclusione decorre dal primo giorno successivo alla presentazione della domanda, l’INPS applica le nuove regole a coloro che chiedono il reddito di inclusione a partire da giugno. E, come detto, prevede di rilavorare d’ufficio tutte le domande presentate nel 2018, per verificare se con le nuove regole il richiedente ha diritto all’accesso dal prossimo mese di luglio.
Il sostegno al reddito, accompagnato da un piano di reinserimento sociale e lavorativo, può durare fino a 18 mesi e, per un eventuale rinnovo, bisogna poi attendere altri sei mesi.