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APe Aziendale: esempio e calcolo

di Noemi Ricci

14 Maggio 2018 10:30

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L'APe Aziendale consente a chi è prossimo alla pensione di uscire in anticipo dal mondo del lavoro previo accordo con il datore di lavoro, che si fa carico di pagare i contributi per la pensione piena: calcolo costi ed esempi.

L’APe aziendale è una delle tipologie di anticipo pensionistico introdotte dalla Legge di Bilancio, che prevede l’erogazione di un assegno previdenziale anticipato per tutti i lavoratori vicini all’età pensionabile le cui aziende di appartenenza saranno interessate da un piano di ristrutturazione aziendale.

Requisiti APe aziendale

Requisito fondamentale per l’accesso all’APe Aziendale è la stipula di un accordo tra datore di lavoro e dipendente, nel quale il primo di impegna a sostenere interamente i costi dell’APe al secondo.

In sostanza il datore di lavoro si impegna a versare all’INPS i contributi che mancano al lavoratore fino al raggiungimento dell’età pensionabile, in misura della retribuzione percepita dal dipendente prima dell’interruzione del rapporto lavorativo. In questo modo viene incrementato il montante contributivo individuale maturato dal dipendente, che quindi percepirà la pensione piena. Il datore di lavoro può, in alternativa, decidere di fare ricorso ai fondi bilaterali.

Costi per il datore

Per calcolare i costi a carico del datore di lavoro va presa in considerazione la contribuzione volontaria, il parametro di partenza per la somma che l’impresa è tenuta a versare all’INPS, pari al 33% dell’imponibile delle ultime 52 settimane di lavoro.

APe aziendale: esempi di calcolo

Ad esempio, in caso di dipendente con stipendio lordo annuo di 30mila euro:

  • se si ritira con un anno di anticipo, il datore di lavoro verserà 9.900 euro (il 33% di 30mila);
    se si ritira con due il costo per l’azienda è di 19.800 euro;
  • se l’anticipo è di tre anni il costo sale a 29.700 euro;
  • se l’anticipo è di 3 anni e 7 mesi, il massimo consentito dall’APe, il costo per il datore di lavoro è di 35.675 euro.

In caso di dipendente con stipendio di 50.000 euro annui:

  • se si ritira con un anno di anticipo, il datore di lavoro verserà all’INPS 16.500 euro;
  • se si ritira con due anni di anticipo il costo per l’azienda è di 33.000 euro;
  • se l’anticipo è di tre anni il costo sale a 49.500 euro;
  • se l’anticipo è di 3 anni e 7 mesi, il massimo consentito dall’APe, il costo per il datore di lavoro è di 59.125 euro.

Questi sono i parametri minimi previsti dalla legge, ma datore di lavoro e dipendente hanno la facoltà di stringere un accordo migliorativo.

Restituzione del prestito: calcolo

Il prestito ottenuto dal lavoratore dovrà poi essere restituito dagli stesso quando andrà in pensione vera e propria. La restituzione avviene in rate spalmate su 20 anni, che verranno automaticamente trattenute sulla pensione (per 12 mensilità ogni anno) e che possono essere calcolate utilizzando il simulatore APE che l’INPS mette a disposizione online sul proprio sito.