La Riforma Fornero esce male dalle elezioni 2018: le proposte sulle pensioni di tutte le forze in campo puntano al superamento dell’attuale normativa e su una maggiore flessibilità in uscita. E anche qui c’è un punto in comune fra M5S e Lega: la pensione anticipata con 41 anni di contributi. Il centrosinistra invece punta su novità per le pensioni dei giovani. In tema di previdenza, si può dire che siano più vicine le proposte di centrodestra e M5S, con molti punti di convergenza e una distanza con il programma del centrosinistra.
Sia la Lega sia il M5S propongono la pensione anticipata con 41 anni di contributi (il Carroccio inserisce anche il paletto di tre anni al massimo di contribuzione figurativa) e la quota 100, che consente di ritirarsi se la somma di anzianità contributiva ed età anagrafica è pari ad almeno 100.
La Lega propone anche l’equiparazione delle aliquote contributive di artigiani e parasubordinati al 23%, una riduzione del requisito di pensione per le donne con figli (facendo leva o sull’età anagrafica o sui contributi, con nove mesi in meno per ogni figlio fino a uno sconto massimo di tre anni), una proroga dell’Opzione Donna (condivisa anche dal M5S), la nona salvaguardia esodati per coloro che sono rimasti esclusi dai precedenti provvedimenti a tutela di coloro che sono rimasti senza pensione e senza lavoro dopo la Riforma Fornero del 2011, una revisione dei meccanismi dell’APe.
La Lega si oppone poi a sconti contributivi per alimentare le assunzioni (proposta invece avanzata dal Pd per favorire le assunzioni a tempo indeterminato, potenziando quanto già previsto dalla Legge di Stabilità per i giovani e per l’occupazione al Sud).
Il M5S chiede un ampliamento della platea di lavoratori addetti a mansioni usuranti (che hanno accesso all’APE sociale e alla pensione anticipata precoci) e il blocco degli scatti di adeguamento alle aspettative di vita.
La proposta forte del Centrosinistra è invece rappresentata dalla pensione minima di garanzia di 750 per i giovani che andranno in pensione interamente con il contributivo e, nel momento in cui hanno redditi bassi e carriere discontinue, rischiano di percepire trattamenti previdenziali bassi. Il diritto alla pensione minima scatterebbe alla maturazione della pensione di vecchiaia.