Lavoro 4.0, accordo sui contratti

di Barbara Weisz

1 Marzo 2018 12:17

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Accordo tra Confindustria e Sindacati sui contratti collettivi in ottica lavoro 4.0: più produttività e salari, meno dumping contrattuale.

Relazioni industriali e contrattazione collettiva più moderne ed efficaci per accompagnare il processo di crescita del Paese in un’ottica di riduzione delle diseguaglianze, crescita dei salari, incremento della produttività, creazione di posti di lavoro qualificati: sono alcuni dei temi centrali dell’accordo tra Confindustria e Sindacati sulle relazioni industriali, che fissa criteri per la contrattazione nel mondo del lavoro 4.0 e per rappresentatività sindacale e datoriale.

L’intesa è stata raggiunta nella notte fra il 27 e il 28 febbraio, e il documento sarà ufficialmente firmato il prossimo 9 marzo.

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Obiettivi

La necessità di un nuovo accordo sulle relazioni sindacali è argomentata con l’esigenza di avere:

un sistema di relazioni industriali più efficace e partecipativo» per «qualificare e realizzare i processi di trasformazione e di digitalizzazione nella manifattura e nei servizi innovativi, tecnologici e di supporto all’industria.

In parole semplici, un sistema di relazioni adeguato al mondo di Industria 4.0, che recepisca le nuove sfide che la digitalizzazione pone al mondo del lavoro. Come si legge nell’accordo:

Le parti sono convinte che avere relazioni industriali autorevoli, dinamiche e qualificate costituisca un fattore di sviluppo, capace di incidere positivamente su un sistema economico-produttivo che deve essere in grado di vincere le sfide poste dai mercati sempre più globalizzati, dalla tecnologia, e dai conseguenti cambiamenti del lavoro.

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Temi chiave

Ecco le questioni che verranno affrontate prioritariamente.

  • Strategia di sviluppo basata su formazione, ricerca e innovazione che affronti e riduca i dualismi produttivi, occupazionali e territoriali. Strumenti: più investimenti, pubblici e privati, con particolare attenzione al Sud (patti territoriali, accordi confederali,contrattazione di secondo livello);
  • mercato del lavoro 4.0, più dinamico ed equilibrato, che favorisca l’inserimento dei giovani e delle donne e potenzi le politiche attive anche in considerazione delle transizioni occupazionali e lavorative;
  • modello di relazioni sindacali autonomo, innovativo e partecipativo, con particolare accento sulla contrattazione di secondo livello.

Schema di accordo

Lo schema sulle linee generali della contrattazione collettiva prevede che il contratto collettivo indichi un trattamento economico complessivo (TEC), formato da un trattamento economico minimo (TEM) e da altri elementi (ad esempio, welfare contrattuale) comuni alla categoria di lavoratori cui il contratto di riferisce.

Il capitolo sulla democrazia sindacale prevede il consolidamento della misure già previste dal Testo Unico del 2014, sottolineando l’importa della rappresentanza anche datoriale (verrà avviato un confronto con le altre associazioni imprenditoriali) e il contrasto al dumping contrattuale, ovvero la proliferazione di contratti controfirmati da soggetti senza reale rappresentanza.

Previste specifiche intese su ambiti ritenuti prioritari: welfare, formazione e competenze, sicurezza sul lavoro, mercato del lavoro, partecipazione.

Commenti

Soddisfazione da parte dei firmatari dell’accordo. La Cgil sottolinea che il documento rilancia il valore delle relazioni industriali e la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan definisce l’intesa «un vero piano di sviluppo per il sistema paese»; per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo l’accordo «coniuga il rispetto delle specificità categoriali con la volontà e la capacità di stare al passo delle innovazioni industriali ed economiche».

Confindustria parla di passo avanti verso più moderne relazioni industriali per:

un miglioramento della competitività delle imprese, con un incremento della produttività accompagnata da una crescita dei salari.

Accordo tra Confindustria e Sindacati sui contratti collettivi in ottica mercato del lavoro 4.0: più competitività e salari, meno dumping contrattuale.