Stando a quanto previsto da uno degli emendamenti al dl n. 3/2015 approvato dalle commissioni riunite finanze e attività produttive della Camera, anche banche e Sim sono interessabili per l’acquisto e per la cessione di quote di start up e Pmi innovative, costituite nella forma di società a responsabilità limitata, in aggiunta ai canali “tradizionali” come il notaio e il commercialista.
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In seguito al nuovo dl, le Pmi innovative potranno inoltre accedere ad alcune semplificazioni, agevolazioni e incentivi, che attualmente sono riservati alle start up innovative. L’ampliamento del novero delle agevolazioni è dunque relativo non solamente alle Pmi “costituite da non oltre sette anni” (come attualmente previsto dal dl), bensì quelle “che operano sul mercato da meno di sette anni dalla loro prima vendita commerciale”. In tal proposito, il quotidiano Italia Oggi specificava qualche giorno fa che se i sette anni di business effettivo sono superati, le norme sulle start up innovative potranno comunque essere applicate se le stesse piccole medie imprese sono in grado di presentare “un piano di sviluppo di prodotti, servizi o processi nuovi o sensibilmente migliorati rispetto allo stato dell’arte nel settore interessato”. In tal proposito, si ricorda che il piano di sviluppo dovrà essere valutato e approvato da un organismo indipendente o da un organismo pubblico. Viene infine ritoccata la disciplina del regime fiscale agevolato per i redditi che derivano dall’utilizzo di marchi e brevetti da parte delle imprese, non più estesa per soli 5 anni, ma rinnovabile nel tempo.