All’interno dei tanti provvedimenti del Dl Investiment compact spicca un nuovo intervento normativo per le pmi innovative. Piccole e medie imprese il cui business è influenzato fondamentalmente dalle attività di ricerca e di sviluppo, e che risultano essere costituite da meno di sette anni. Niente a che vedere con le precedente e più note start-up innovative e, probabilmente, un cluster di imprese cui verrà indirizzata una discreta serie di vantaggi, semplificazioni e agevolazioni, allargando pertanto la platea dei beneficiari finora ristretta alle start-up innovative, costituite da meno di quattro anni.
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Requisiti di base
Ma quali sono, all’attuale lettura del credito, i requisiti che una pmi dovrà rispettare per potersi definire innovativa? Salvo cambiamenti, è necessario che la pmi abbia la residenza in Italia o in uno degli Stati membri della Ue o in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo (purchè abbia comunque una sede produttiva o una filiale in Italia), e che possa vantare la certificazione dell’ultimo bilancio e del bilancio consolidato, eventualmente redatto da un revisore contabile o da una società di revisione iscritti nel registro dei revisori contabili. È inoltre richiesto che non abbia azioni quotate sul mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione, e che non sia iscritta nel registro speciale delle start – up innovative.
Requisiti aggiuntivi
In aggiunta ai requisiti di base, è necessario che la pmi rispetti anche due requisiti aggiuntivi, tra i tre previsti dal decreto. Ovvero:
Volume di spesa in ricerca e sviluppo in misura uguale o superiore al 3% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della pmi innovativa.
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Impiego – come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo – in percentuale uguale o superiore al quinto della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di un titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca, o in possesso di laurea, o che abbia svolto – da almeno tre anni – attività di ricerca certi! cata presso istituti di ricerca pubblici o privati, ovvero in percentuale uguale o superiore ad un terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale.
Titolarità, anche quale depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale, relativa ad un invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una varietà vegetale ovvero siano titolari dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tale privativa sia direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività di impresa.