L’Italia è una Repubblica democratica fondata su 80 euro. Dopo il bonus destinato ai lavoratori dipendenti e quello per la nascita dei figli, adesso i destinatari del regalo di Matteo Renzi sembrerebbero essere proprio i pensionati. Niente di ufficiale, per il momento. Ma pare essere allo studio l’ipotesi di destinare anche ai pensionati il bonus 80 euro per integrare le pensioni minime. L’annuncio dato in pasto ai giornali nei giorni scorsi, però, sembra assomigliare all’ennesima campagna di marketing.
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Quanto costa il voto di un elettore italiano? Ottanta euro! In vista di un prossimo importantissimo appuntamento alle urne, il Governo se ne esce con una nuova furbata (non me ne voglia Mario Monti, che mise al bando questo termine): il bonus 80 euro potrebbe estendersi anche ai pensionati con redditi da pensione inferiori al trattamento minimo. Ma non subito! Il Governo dovrà valutare se sussistono i margini per farlo. Sono queste le parole che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso su qualche social network. Tutti contenti, quindi? Ma certamente. Premier incluso. Che ha saputo attendere il momento giusto per uscire il coniglio dal cilindro, imbonendo i pensionati e, quindi, attirando consensi e popolarità. E quale migliore occasione se non quella che va incontro alle elezioni? Già in passato abbiamo avuto esperienza di presidenti del consiglio che partecipavano a programmi televisivi lanciando sfrontate promesse per una manciata di voti in più. E ancora una volta il rito si ripete. Perché, come si dice: strategia vincente non si cambia!
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Sia ben chiaro. Non sono contro la volontà di destinare il bonus 80 euro ai pensionati. Piuttosto ritengo che questa sia una categoria che meriti una maggiore priorità di aiuto. Ma la tattica adottata da Matteo Renzi di lanciare il claim tramite i social sia una vera e propria strategia di marketing. Il Governo, infatti, è a conoscenza della difficile situazione dei pensionati italiani (o almeno della maggior parte di essi) e sa anche che i soggetti potenzialmente interessati raggiungono quota 2 milioni (numero dei soggetti che, secondo i dati del Casellario dei pensionati dell’Inps, hanno redditi da pensione inferiori ai 500 euro al mese). Rivolgendosi a loro e promettendo 80 euro al mese in più, Matteo Renzi sta letteralmente acquistando il voto di 2 milioni di italiani. A questo punto facciamo due conti: moltiplichiamo 80 euro per tredici mensilità; il risultato così ottenuto lo moltiplichiamo nuovamente per 2 milioni di persone. Complessivamente, quindi, la spesa annua per aiutare i pensionati supera i 2 miliardi di euro. Ora, tenendo conto che quest’anno siamo riusciti a bloccare in extremis l’aumento dell’Iva e delle accise e che il rischio che ciò avvenga il prossimo anno è veramente alto, dove li troviamo due miliardi di euro per finanziare il bonus pensionati? E’ evidente che si mettano le mani avanti e si dica che il Governo dovrà valutare se ci sono i margini per farlo. Ma intanto si lancia il claim. In questo modo il voto di 2 milioni di italiani è assicurato.