L’Europa crescerà quest’anno. Molto lentamente, ma crescerà. Quanto all’Italia, le stime sono riviste al ribasso. Il numero uno della Bce Mario Draghi non usa mezzi termini e da Bruxelles lancia l’ennesimo allarme per i nostri conti pubblici: per il 2016 il PIL è previsto all’1,4%, ben al di sotto della media europea, mentre il deficit sarà pari al 2,5%.
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Crescita europea a ritmo moderato
Mario Draghi non sembra essere molto ottimista nei confronti dell’Europa. La crescita c’è ma ad un ritmo molto, molto moderato. I benefici derivanti dai consumi interni stimolati dal basso prezzo del petrolio e dalla spinta monetaria della Bce sembrano vanificarsi di fronte ad una serie di eventi contingenti quali, ad esempio, il rallentamento della Cina, la crisi migratoria e l’instabilità politica ai confini tra Siria, Libia e Ucraina.
Crescita Italia sotto la media UE
E anche l’Italia, insieme a tutta l’Europa, non se la passa bene. Mal comune mezzo gaudio? Assolutamente no, perché in mezzo ad una Europa che va male, l’Italia è quella messa peggio. L’anno scorso, infatti, la crescita si è attestata allo 0,8%; quest’anno si prevede all’1,4%. Non c’è nulla di cui rallegrarsi visto che siamo al di sotto della media europea. Quanto al deficit, nel 2016 raggiungeremo il 2,5%. Nel 2017, invece, scenderà della metà circa ma solo perché arriverà la stangata del doppio aumento dell’IVA.
Pareggio di bilancio a rischio
Da evidenziare, inoltre, che le regole del patto di stabilità prevedono che il deficit strutturale si riduca di almeno mezzo punto all’anno fino a che sia stato raggiunto il pareggio di bilancio. Ebbene, in barba ad ogni accordo o intesa, il deficit strutturale dell’Italia è salito dall’1% del 2015 all’1,7% del 2016. Prima o poi Bruxelles chiederà all’Italia di dimostrare quali misure intende adottare per raggiungere il pareggio di bilancio strutturale. E allora sì che i termini lacrime e sangue torneranno nuovamente fra i titoli dei giornali.
Siamo il Paese con il debito pubblico più elevato di tutta l’UE, dopo la Grecia. Niente di strano che a maggio la Commissione aprirà una procedura per eccesso di debito.
Borsa e valute
Anche sotto l’aspetto valutario e finanziario non siamo messi per niente bene. L’euro sul dollaro è balzato a 1,12 e questo non fa altro che appesantire l’export, una terribile minaccia per micro imprese e Pmi che, sfruttando gli incentivi per l’internazionalizzazione, avevano puntato ai mercati esteri. Dal 1° dicembre 2015 il FtseMib, il principale listino italiano, ha perso oltre il 20% del proprio valore mentre lo spread dei BTP a 10 anni è passato da 92 a 120 nel giro di un paio di mesi.