Se le PMI utilizzassero con più convinzione i canali di vendita online, l’Export italiano migliorerebbe. E’ un ipotesi valorizzata da diversi studi, come quello comparativo di UPS condotto in Europa da cui emerge come la percentuale di piccole e medie imprese che esportano è diminuita in Italia. L’e-commerce è dunque uno dei punti deboli dell’export italiano, oltre alla difficoltà di accedere al credito. Questo perché l’Italia non sfrutta le opportunità di internazionalizzazione offerte dai canali online. Se diamo un’occhiata ai numeri ce ne rendiamo subito conto:
- Belgio 52%
- Francia 53%
- Germania 62%
- Polonia 63%
- Inghilterra 70%
- Paesi Bassi 74%
- Italia 48%.
=> PMI: performance e fiducia migliori se esportano
Eppure questo dato è in controtendenza con l’ottimismo degli imprenditori italiani, che emerge dall’indagine. Il 90% prevede che la propria attività rimarrà stabile o crescerà. Le PMI italiane sono tra le più ottimiste, con il 42% che prevede un incremento delle esportazioni. E’ plausibile immaginare che se l’e-commerce decollasse nei prossimi due anni si vedrebbero risultati nettamente migliori rispetto a quelli attuali. Ma un simile scenario richiede un piano di formazione strategico e coordinato, per diffondere meglio la cultura digitale. Ma un piano di questa portata dovrebbe essere sostenuto dallo Stato, dalle Associazioni di categoria, Confindustria e i Sindacati.