Oltre un milione di lavoratori retribuiti con i voucher lavoro nel 2014, e il primo semestre 2015 fa regitrare una crescita del 75%: sono gli ultimi dati INPS sull’utilizzo del lavoro accessorio aggiornati a fine giugno 2015. Si irrobustisce, quindi, il tasso medio di crescita pari al 70% dal 2012 in poi. In sette anni di utilizzo dei buoni lavoro, il totale di voucher utilizzati è pari a 212,1 milioni. Il settore in cui questa forma di occupazione è più utilizzata è il commercio, 18%, seguito dai servizi e dal turismo, entrambi al 13%, quindi manifestazioni sportive, giardinaggio, attività agricola, lavori domestici.
=> Lavoro accessorio: riforma e novità
Il ricorso ai voucher si concentra nel Nord del Paese (con oltre il 6% dei voucher lavoro venduti), la Regione con il maggior ricorso ai buoni lavoro è la Lombardia, a quota 35,7 milioni, seguita da veneto ed Emilia Romagna.
=> Buoni lavoro: come attivare i voucher
Ricordiamo che il lavoro accessorio è stato introdotto nel 2003 con la Riforma Biagi per retribuire, «prestazioni occasionali di tipo accessorio», ed è diventato operativo, attraverso il meccanismo dei voucher lavoro, dal 2008. Il decreto lavoro del 2013 (legge 99/2013), ha superato il concetto di lavoro occasionale, rendendo possibile il lavoro accessorio fino a una determinata soglia di reddito. In base alle modifiche introdotte dl Jobs Act (Dlgs 81/2015), il limite economico è stato aumentato a 7mila euro annui (dalla precente soglia di 5mila euro).
=> Lavoro accessorio: innalzato limite utilizzo dei voucher
I voucher lavoro hanno un importo di 10 euro lordi, di cui 1,30 vanno all’INPS e 0,70 euro all’INAI. Al netto di altri 50 centesimi per la gestione del servizio, il netto per il lavoratore è di 7,50 euro. Vengono distribuiti dalle sedi INPS, attraverso la procedura telematica sul sito dell’istituto di previdenza, dai rivenditori autorizzati (tabaccai), sportelli bancari, uffici postali.